Susan Sontag, L’amante del vulcano – La recensione del libro
Torna in libreria uno dei libri più riusciti della scrittrice e intellettuale statunitense: un triangolo amoroso “sotto il vulcano” nella Napoli di fine Settecento.

Pubblicato nel 1992 e lungamente introvabile in Italia, torna ora disponibile, edito da Nottetempo, il romanzo di Susan Sontag L’amante del vulcano. Romanzo storico ambientato a Napoli alla fine del Settecento, L’amante del vulcano è la storia di un triangolo amoroso. Ne sono protagonisti Lord William Hamilton, diplomatico inglese, noto collezionista d’arte e soprattutto vulcanologo; Emma, sua seconda moglie, donna di umili origini, grande carattere e bella di quella bellezza “di chi deve lottare per farsi posto e non può dare niente per scontato”. Terza pedina è l’ammiraglio Horatio Nelson, il futuro trionfatore di Trafalgar, all’epoca di stanza nella capitale partenopea, di supporto contro i Francesi che minacciavano il regno.
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Napoli e il vulcano
Ma come in ogni romanzo storico che si rispetti le vicende dei singoli si stemperano negli eventi della Storia, ne sono specchio e metafora costante. Napoli è protagoinista vera del romanzo: la città alla fine del diciottesimo secolo è una polveriera, e non solo perché il Vesuvio alla fine del secolo, nel 1779, produrrà una delle sue eruzioni più stupefacenti. La città di quegli anni è una capitale europea cosmopolita, una vera e propria metropoli; è soprattutto una fucina intellettuale: le nuove idee dell’Illuminismo vi faranno breccia, e non rimarranno solo sui libri, negli articoli dei tanti giornali che si pubblicavano in città, o nei circoli filosofici. Ed è un incontro-scontro quello con il diplomatico inglese; si impone uno sguardo che è già illuminista, di chi è attratto (nonostante la proverbiale freddezza) dalla diversità di cultura e dal sole che brucia la pelle delicata di chi viene dal nord.
Sotto il vulcano
Presenza costante nel romanzo, però, è il vulcano; il Vesuvio sterminatore che borbotta e sobbolle, costantemente sul punto di esplodere. È la potenza della natura che minaccia costantemente di cancellare l’esistenza così com’è; è, in un certo senso, la controparte naturale di quel cambiamento che a Napoli si respirava nell’aria, frutto di quelle idee che arrivavano dalla Francia e che di lì a poco avrebbero innescato una rivoluzione tanto breve quanto sfortunata. Ma è anche il vulcano del 79 dopo Cristo, quello di Plinio il vecchio e di suo nipote, di Pompei e di Ercolano. Via di mezzo tra mito e divinità, il vulcano accompagna la vita del protagonista e del suo grand tour in Italia; lo ossesiona in un rapporto amoroso e spaventoso. Si sente, insomma, quella mistura di sentimenti che da sempre ha ispirato le pagine più alte e belle su questo luogo simbolico; primi fra tutti i versi di Giacomo Leopardi, che proprio sotto il Vesuvio visse i suoi ultimi anni.
Il ventre di Napoli
La Napoli della Sontag è però tutta ribollente e magmatica, una caldera di vita, wunderkammer popolata da personaggi sanguigni, nel bene e nel male. È la Napoli di Eleonora Fonseca e della sua tragica fine (sua e della Repubblica partenopea); è la città di Ferdinando IV, il re giovane, ma d’una gioventù grassa e volgare, e di Maria Carolina e della sua corte. Napoli è una città popolata da artisti e intellettuali; compaiono nella pagine del libro il giovane Mozart, il marchese de Sade, Goethe, Elisabeth Vigée le Brun, solo per fare qualche nome. E poi si scende via via verso i basso, verso il “ventre” di quella città attraente e spaventosa ad un tempo, in ogni sua sfaccettatura, l’emblema stesso della convivenza degli opposti. Una Napoli misteriosa che attira e respinge allo stesso tempo: come il Vulcano. È la stessa città che aveva ispirato Enzo Striano, in quel libro straordinario che è Il resto di niente, romanzo che andrebbe letto “in parallelo” con questo di Susan Sontag.
Un libro magmatico
È inevitabile, insomma, che lo spazio prenda il sopravvento; lo fa però in maniera tentacolare, grazie anche ad uno straordinario uso del tempo della prosa messo in atto dall’autrice. La narrazione di tanto in tanto svicola dal passato per innestare nel testo lampi temporali differenti; guarda al passato ancora più remoto, o al futuro. Tutto ciò ha un che di “magico”, o di falsamente preveggente, nella sua organizzazione temporale. Ieri e oggi sono confusi in un fumo che a tratti si fa lisergico (o forse semplicemente sulfureo). Unico denominatore sempre lui, il Vulcano, che scandisce la storia (e le storie) degli uomini che, attratti e incoscienti, ne calpestano le coste instabili. L’amante del vulcano è un romanzo straordinario, modernissimo epppure felicemente “classico”; questa nuova edizione colma un vuoto editoriale che durava da troppo tempo.
Scheda del libro
Titolo: L’amante del vulcano
Autore: Susan Sontag
Editore: Nottetempo
Anno: 2020
Pagine: 504
ISBN: 9788874527892
Prezzo: 19.50 euro.
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“Come saremmo colti se conoscessimo bene solo cinque o sei libri”, scriveva Flaubert.
Luca Verrelli cerca di essere un buon lettore.
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