Trent’anni fa se ne andava il grande Ugo Tognazzi: gli esordi, gli hobby, i film più belli
Last Updated on 26/10/2020
Nella notte del 27 ottobre del 1990, sorpreso nel sonno da un’emorragia cerebrale, se ne andava a soli 68 anni Ugo Tognazzi. Nato a Cremona il 23 marzo 1922, è stato uno dei grandi “mattatori” della commedia all’italiana…

Nella notte del 27 ottobre del 1990, sorpreso nel sonno da un’emorragia cerebrale, se ne andava a soli 68 anni il grande Ugo Tognazzi. Nato a Cremona il 23 marzo 1922, è stato attore, regista, comico e sceneggiatore. Ed è stato considerato uno dei “mattatori” della commedia all’italiana con Alberto Sordi, Vittorio Gassman e Nino Manfredi.
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L’infanzia e gli esordi
A causa della professione del padre Gildo, ispettore di una società di assicurazioni, vive gli anni dell’infanzia in varie città. Per tornare poi, nel 1936, nella natìa Cremona. In seguito trova lavoro come ragioniere nel salumificio. Nel tempo libero recita in una filodrammatica del dopolavoro aziendale, ma l’esordio teatrale era già avvenuto al teatro Donizetti di Bergamo. Aveva soli quattro anni. Durante la seconda guerra mondiale viene chiamato alle armi e si dedica a organizzare spettacoli di varietà per i commilitoni.
Il debutto sul piccolo schermo
A guerra finita approda a Milano e si fa notare da Wanda Osiris. Nel 1950 scende a Roma sulla via di Cinecittà. Il primo ruolo sullo schermo glielo affida Mario Mattoli ne “I cadetti di Guascogna” del 1950 a fianco di Walter Chiari. L’anno seguente incontra invece Raimondo Vianello e i due faranno coppia fissa per tutti gli anni ’50 arrivando al trionfale successo soprattutto col varietà televisivo “Un, due, tre”.
Il licenziamento dalla Rai e i primi ciak
Nel 1959, a causa di una scenetta satirica sul presidente della Repubblica Gronchi, il programma viene chiuso senza preavviso e i due licenziati dalla Rai. Ma il cinema ha ormai adottato quel lombardo che sforna film a raffica (12 nel solo 1959). Se ne accorge Luciano Salce che con lui si afferma grazie a “Il federale” (1961). Se ne accorge Dino Risi che ne replica il successo con “La marcia su Roma” del ’62.
L’amore di Ugo per la cucina
Ugo Tognazzi era un grande appassionato di cucina, adorava cucinare e preparare cene per parenti e amici. Egli stesso dichiarò più volte di “avere la cucina nel sangue”, e che avrebbe preferito diventare un grande esperto culinario piuttosto che essersi dedicato alla carriera di attore, infatti, spesso ironicamente definiva la recitazione una sorta di hobby rispetto alla cucina. Fu anche autore di un libro di ricette intitolato Il rigettario. Fatti misfatti e menu’ disegnati al pennarello, edito dalla Fabbri Editori nel 1978, e di vari altri libri di cucina.
I principali riconoscimenti di Tognazzi e i suoi film più belli
Tre i David di Donatello vinti come migliore attore protagonista: per L’immorale (1967), La Califfa (1971) e Amici miei (1976). Al Festival di Cannes del 1981 vince il premio come Miglior interpretazione maschile per La tragedia di un uomo ridicolo. E un Globo d’oro nel 1971 come miglior attore per La Califfa. Due, invece, i Grolla d’oro: per I mostri (1964), L’immorale e Il fischio al naso (1967). Infine quattro i Nastri d’argento per i suoi ruoli da protagonista: Una storia moderna – L’ape regina (1964), Io la conoscevo bene (1966), La bambolona (1969) e La tragedia di un uomo ridicolo (1982).
Gli ultimi anni e la depressione
Ugo Tognazzi lavora tantissimo in tutti gli anni Settanta e Ottanta, con almeno due film l’anno. Ma dalla metà degli anni ’80 torna sempre più di frequente al teatro, passa molto tempo a Parigi, si fa sorprendere dalla malattia più infida e crudele: la depressione.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.