Il film del 1971: il dimenticato “violinista sul tetto” di Norman Jewison
Il violinista sul tetto (Fiddler on the Roof) è un film del 1971 diretto da Norman Jewison tratto dall’omonima commedia musicale andata in scena per la prima volta a Broadway nel 1964. Il film, il più visto al mondo di quell’anno, ha anche vinto tre premi Oscar e due Golden Globe. Nel cast Chaim Topol, Norma Crane e Leonard Frey…

Il violinista sul tetto (Fiddler on the Roof) è un film del 1971 diretto da Norman Jewison tratto dall’omonima commedia musicale andata in scena per la prima volta a Broadway nel 1964. Il film, il più visto al mondo di quell’anno, ha anche vinto tre premi Oscar e due Golden Globe. Nel cast Chaim Topol, Norma Crane e Leonard Frey…
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La trama
Inizi del secolo. Nel villaggio ucraino di Anatevka vive una piccola e povera comunità ebraica, pacificamente tollerata dalla maggioranza cristiana degli abitanti. Un uomo e sua moglie sognano, per le loro figliole, dei buoni partiti; ma queste infine sposano uomini che non soddisfano nè le aspettative del genitore, nè le tradizioni della comunità. L’uomo e la sua famiglia – perseguitati perchè sono ebrei – vengono costretti a emigrare in America.
I premi e le curiosità
Tre i premi Oscar: miglior fotografia, miglior sonoro e miglior colonna sonora. Due, invece, i Golden Globe: Miglior film commedia o musicale e miglior attore in un film commedia o musicale a Topol. Il film è tratto da Fiddler on the Roof (Il violinista sul tetto) è un musical, composto da Jerry Bock su libretto di Sheldon Harnick e Joseph Stein, ambientato in un immaginario shtetl ebraico della Russia zarista (Anatevka) nel 1905. È tratto dal libro Tevye and his Daughters (o Tevye the Milkman), in italiano Tevye il lattivendolo ed altre storie, di Sholem Aleichem.
La critica
“Il film rappresenta con molta poesia e calore umano la vita di una piccola comunità ebraica, i suoi riti, le sue costumanze, lo sforzo di adeguare la lettera delle tradizioni, rispettandone lo spirito, alle esigenze delle nuove generazioni. Grazie al loro funzionale dosaggio, le parti musicali del lavoro si inseriscono perfettamente nel contesto narrativo.” (‘Segnalazioni cinematografiche’, vol. 72, 1972).
Il trailer
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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