Musei statali: 75% dei visitatori in meno. Massimo Osanna: “Musei ripensino la loro funzione”
Last Updated on 15/02/2021
Nel 2020 si è registrato un calo del 75% per i visitatori dei musei statali rispetto al 2019. E gli incassi sono così passati dai 240 milioni di euro del 2019 ai 60 del 2020. “Per superare questa crisi è necessario che i luoghi della cultura ripensino la loro funzione, trasformandosi in centri aperti alla comunità per molteplici attività”. Le parole di Massimo Osanna, direttore generale dei Musei Statali Italiani.

E’ stato del 75% il calo medio dei visitatori dei musei statali nel 2020 rispetto al 2019. E gli incassi sono così passati dai 240 milioni di euro del 2019 ai 60 milioni del 2020. Lo rivela l’Ufficio statistico del Ministero per i Beni culturali (Mibact) a Famiglia Cristiana che dedica un’inchiesta alla riapertura di mostre e musei.
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Da Pompei al Colosseo, dati in ribasso
Nello specifico i dati sul crollo delle visite nel 2020 rispetto all’anno precedente, vedono il Parco archeologico di Pompei registrare un calo dell’85%, il Colosseo dell’80%. Poi il Museo archeologico di Reggio Calabria del 75%, il Museo egizio di Torino del 70%. Infine le Gallerie degli Uffizi di Firenze del 70% e le Gallerie dell’Accademia di Venezia del 68%. “Beni culturali e luoghi della cultura devono immaginare una nuova ‘vita’ al di là dei grandi flussi turistici, spesso alimentati dagli stranieri” ha detto Osanna, già direttore del Parco archeologico di Pompei e docente di Archeologia.
“I luoghi della cultura devono ripensare la loro funzione”: le parole di Massimo Osanna, da settembre direttore generale dei Musei Statali Italiani.
“Per superare questa crisi è necessario che i luoghi della cultura ripensino la loro funzione, trasformandosi in centri aperti alla comunità per molteplici attività” spiega Massimo Osanna, da settembre direttore generale dei Musei Statali Italiani. Poi prosegue: “I musei devono diventare sempre più attraenti per chi vive nel territorio circostante, devono essere luoghi aperti, in cui si va per ammirare un capolavoro, ma anche per incontrare altre persone o partecipare a un evento”. E, infine, sul Recovery Plan: “Queste risorse andranno spese bene, sia nei grandi centri, sia nei piccoli borghi, luoghi dell’identità locale da preservare a tutti i costi”.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.