Da Mario Sironi al Rinascimento italiano, cinque mostre da non perdere
Last Updated on 28/02/2022
Un’estate all’insegna della bellezza: “Mario Sironi. Sintesi e grandiosità” al Museo del Novecento di Milano, “Il corpo e l’anima, da Donatello a Michelangelo. Scultura italiana del Rinascimento” al Castello Sforzesco di Milano, Mac di Gibellina, “Di Segni e di Sogni” al Complesso museale Santa Maria della Scala a Siena, “Cracking Art. Sculture a colori” presso L’Aia dei Musei di Avezzano

Un’estate all’insegna della bellezza: “Mario Sironi. Sintesi e grandiosità” al Museo del Novecento di Milano, “Il corpo e l’anima, da Donatello a Michelangelo. Scultura italiana del Rinascimento” al Castello Sforzesco di Milano, Mac di Gibellina, “Di Segni e di Sogni” al Complesso museale Santa Maria della Scala a Siena, “Cracking Art. Sculture a colori” presso L’Aia dei Musei di Avezzano
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Mario Sironi. Sintesi e grandiosità – Museo del Novecento – Milano

Una grande e approfondita retrospettiva ripercorre l’opera di Mario Sironi a sessant’anni dalla morte. Le 110 opere esposte ricostruiscono l’intero percorso artistico di Sironi: dalla giovanile stagione simbolista all’adesione al futurismo; dalla sua originale interpretazione della metafisica nel 1919 al momento classico del Novecento Italiano; dalla crisi espressionista del 1929-30 alla pittura monumentale degli anni Trenta; fino al secondo dopoguerra e all’Apocalisse dipinta poco prima della morte. Sono esposti, infatti, alcuni capolavori che non comparivano in un’antologica sironiana da quasi mezzo secolo e altri completamente inediti. Fino al 27 marzo 2022.
Il corpo e l’anima, da Donatello a Michelangelo. Scultura italiana del Rinascimento – Castello Sforzesco – Milano

L’esposizione è dedicata alla scultura italiana del Rinascimento, da Donatello a Michelangelo (1460-1520 circa). La mostra si propone di evidenziare, attraverso la scultura, in dialogo con le altre arti (pittura, disegni, oggetti d’arte), i principali temi che percorrono l’arte italiana nella seconda metà del Quattrocento, fino ad arrivare al momento di apogeo del Rinascimento, con uno dei maggiori creatori della storia dell’arte, Michelangelo. Fino al 24 ottobre.
Mac di Gibellina

Dopo una chiusura lunga sei anni riapre al pubblico, con un allestimento completamente rinnovato, il Mac di Gibellina che, insieme a quelli della Fondazione Orestiadi, rappresenta il più rilevante museo di arte contemporanea della Sicilia. Qui esposero i più grandi artisti, soprattutto, italiani, di quel tempo dal gruppo di Forma 1, come Accardi, Consagra e Dorazio, a Schifano, Angeli, Paladino, Cucchi, Boero, Isgrò, Guttuso, Maria Lai e tanti altri. Quasi tutti sono presenti nella collezione del museo, che conta oltre 400 opere.
Di Segni e di Sogni – Complesso museale Santa Maria della Scala – Siena

L’esposizione celebra il percorso artistico del creatore della corrente “TypeArt”, liberando definitivamente le lettere. La mostra si compone di cinque “momenti”, tra cui una personale con 22 opere mixed media on canvas, che comprendono le ricerche iniziali sul type e sugli alfabeti. Le altre cinque installazioni rappresentano storie visive dell’alfabeto ricreato. Dalla installazione di acciaio specchiato “MirrorType” nella Cappella del Manto, al monolite che si accende e si spegne dopo secoli di silenzio nella sala Sant’Ansano. Fino al 20 ottobre.
Cracking Art. Sculture a colori – L’Aia dei Musei – Avezzano

Le maxisculture create dal collettivo Cracking Art arrivano ad Avezzano. La mostra, rigorosamente gratuita, presenta opere in plastica riciclata: obiettivo è trasformare la location in una vera Arca di Noè in cui riflettere sul rapporto tra uomo e ambiente. Tra chiocciole e tartarughe, elefanti e conigli, orsi e lupi. Fino al 3 ottobre.
La rubrica delle “5 mostre” è anche sul quindicinare Ora, editore Adwin Srl
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.