Il film italiano del 1991 – Johnny Stecchino, film cult di Roberto Benigni
Johnny Stecchino, film del 1991 diretto e interpretato da Roberto Benigni, incassò 42 miliardi di lire. Cifra che gli valse il primo posto nella classifica cinematografica 1991-92. L’idea, su cui si basa la trama, ricalca molto quella del film del 1958 Totò a Parigi, interpretato da Totò e diretto da Camillo Mastrocinque.

Johnny Stecchino, film del 1991 diretto e interpretato da Roberto Benigni, incassò 42 miliardi di lire. Cifra che gli valse il primo posto nella classifica cinematografica 1991-92. L’idea, su cui si basa la trama, ricalca molto quella del film del 1958 Totò a Parigi, interpretato da Totò e diretto da Camillo Mastrocinque.
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La trama del film
Dante lavora a Cesena come autista di scuolabus per ragazzi portatori di disabilità. Una notte viene quasi investito da un’auto davanti a casa. La guidatrice rimane come “incantata” nel vedere Dante, per poi svenire poco dopo. Mentre Dante prova a cercare aiuto per soccorrerla, la donna risale in macchina e fugge. La mattina seguente ricompare sulle scale di casa e confessa a Dante di chiamarsi Maria e di essersi persa in città. Questa, dopo vari incontri fintamente fortuiti, cambia progressivamente il look di Dante, comprandogli abiti eleganti, disegnandogli un neo sulla faccia e mettendogli in bocca uno stuzzicadenti. Comincia, inoltre, a chiamarlo sempre Johnny. Dante, ormai innamorato di lei, asseconda questa sua volontà. Lei è in realtà la moglie di Johnny Stecchino, un boss mafioso perfettamente identico nell’aspetto fisico a Dante, ora divenuto pentito e latitante per sfuggire alla mafia, sulle sue tracce per ucciderlo…
La critica e la denuncia sociale
Il film fu un grande successo al botteghino, sebbene la critica l’abbia accolto tiepidamente. Con gli anni, in realtà, è stato riconosciuto come uno dei migliori film dell’attore toscano. Il film, al di là del suo aspetto comico ed esilarante, rappresenta anche stavolta, come da prassi nel caso del cinema di Benigni, una denuncia sociale. Questo infatti riflette sulla società contemporanea in preda al vizio e all’apparenza, trasformando in commedia ciò che è in realtà drammatico e tragico.
La censura americana
Negli USA, dove il film incassò soltanto 500mila dollari, è stata censurata la scena finale, con Dante che fa sniffare la cocaina a Lillo, credendola un farmaco contro il diabete.
Luoghi delle riprese
L’Hotel Excelsior in cui soggiorna Maria e nella hall nel quale lei e Dante hanno il colloquio in “inglese” è il Grand Hotel di Rimini. Il vero Hotel Excelsior è a Palermo, ma si decise di confermare per le riprese quello romagnolo. Il ristorante in cui i protagonisti pranzano è quello dell’Hotel Villa Igiea di Palermo. La caserma dei Carabinieri è il palazzo municipale di Giardini-Naxos (ME) ubicato in piazza Roma (ora Abate Cacciola).
Il bar dove Dante incontra il giudice che gli raccomanda di ritrattare tutta la confessione è in piazza Roma a Giardini-Naxos. Le scene ambientate dentro il Teatro Massimo non sono girate al Massimo di Palermo, allora in ristrutturazione, bensì al Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania. La villa della festa a cui partecipa il Ministro e nella quale Dante viene beccato dall’ispettore dell’Assicurazione è Villa Malfitano Whitaker a Palermo.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.