Giornata della memoria, perché si celebra il 27 gennaio?
Last Updated on 27/01/2022
Celebrata il 27 gennaio di ogni anno, la Giornata della Memoria si propone di commemorare a livello internazionale le vittime dell’Olocausto. Nella stessa data del 1945, infatti, il mondo scoprì l’orrore del genocidio nazista…

Celebrata il 27 gennaio di ogni anno, la Giornata della Memoria si propone di commemorare a livello internazionale le vittime dell’Olocausto. La data è stata designata dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, durante la 42ª riunione plenaria.
Cosa avvenne il 27 gennaio 1945?
Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche della 60ª Armata del “1º Fronte ucraino” del maresciallo Ivan Konev arrivarono presso la città polacca di Oświęcim (in tedesco Auschwitz). Scoprirono così il vicino campo di concentramento, con tutti i suoi strumenti di tortura e di annientamento. Tale scoperta rivelò al mondo l’orrore del genocidio nazista. Qui, circa dieci giorni prima, i nazisti si erano rovinosamente ritirati portando con loro tutti i prigionieri sani, molti dei quali morirono durante la marcia stessa.
La Giornata della Memoria in Italia
L’Italia ha formalmente istituito la giornata commemorativa, nello stesso giorno, alcuni anni prima della corrispondente risoluzione delle Nazioni Unite. A descriverne finalità e celebrazioni, gli articoli 1 e 2 della legge 20 luglio 2000 n. 211:
«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
In occasione del “Giorno della Memoria” di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.»
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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