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You are mine, il femminicidio secondo Daniela Comani alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea

Sino al 29 gennaio 2023, presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, si potrà ammirare l’opera You are mine con la quale Daniela Comani affronta la questione, estremamente attuale, del femminicidio

Sino al 29 gennaio 2023, presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, si potrà ammirare l’opera You are mine con la quale Daniela Comani affronta la questione, estremamente attuale, del femminicidio.

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L’opera in mostra

Attraverso un’installazione site-specific concepita per il Corridoio Bazzani della Galleria Nazionale, l’artista condivide la propria riflessione esponendo una serie di riproduzioni di articoli di giornale raccolti, selezionati, archiviati e manipolati, che riportano notizie di omicidi avvenuti fra le mura domestiche. Ma questa volta, è dato un punto di vista diverso: “ho invertito la cronaca dei nostri quotidiani (l’uomo diventa donna, la vittima carnefice e viceversa), invitando così a riflettere sul fenomeno del femminicidio e sulle sue assurdità” (Daniela Comani).

Immagini di cronaca, racconti di violenza

In questa serie di testi – immagini compare una cronaca popolata da donne impetuose e violente, mogli gelose, ex fidanzate che non accettano il tradimento o la fine di una relazione, accanto a uomini che subiscono violenze di ogni genere, picchiati, inseguiti, violentati.

“La violenza di genere connota la nostra storia da millenni, soprattutto quando le donne hanno la forza e il coraggio di ribellarsi e uscire dai propri ruoli. Negli uomini l’aggressività è solitamente considerata ormonale, e entro un certo limite viene accettata come normale. Nonostante non esista un profilo standard per chi compie violenza domestica, ci sono schemi che si ripetono. Nei cosiddetti “delitti d’onore” sono infatti la gelosia, la vendetta, la possessività e l’odio verso le donne i motivi comuni che portano al sopruso. Al contrario, delle vittime si hanno sempre poche informazioni. Di solito i media riportano solo il nome di battesimo e l’età delle donne, nonché la tipologia dell’omicidio. Le circostanze esatte rimangono quindi oscure, nascoste dietro quei muri dove si è svolto il dramma. Comani capovolge questa crudele realtà invertendo i ruoli di genere, rendendo gli uomini vittime di violenza all’interno delle loro stesse dimore. L’effetto di questo rovesciamento sovversivo è sorprendente, proprio perché siamo abituati a individuare il colpevole nella figura maschile”, queste le parole della curatrice Miriam Schoofs.

Biografia di Daniela Comani

Daniela Comani (Bologna, 1965) studia all‘Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 1993 consegue l’MFA all‘Università delle Arti di Berlino. Dal 1989 vive e lavora a Berlino. Vincitrice di diversi premi e borse di studio, l’artista partecipa a numerose collettive e personali in Italia e all’estero. Il suo lavoro si concentra sul tema della storia, dell’identità e degli stereotipi sociali, utilizzando il medesimo linguaggio di quei mezzi di comunicazione che si fanno interpreti, nel nostro quotidiano, di valori sociali e consuetudini culturali. Temi che elabora in un ambito multimediale.

Tra le sue opere principali troviamo Sono stata io. Diario 1900-1999, dove Comani racconta in prima persona dal primo gennaio al 31 dicembre avvenimenti storici, politici, culturali avvenuti nel XX secolo; nella serie fotografica Un matrimonio felice, work in progress dal 2003, mette in scena, giocando con gli stereotipi di genere, la vita quotidiana di una coppia interpretando entrambi i soggetti; ancora, nella serie Novità editoriali a cura di Daniela Comani, trasforma pietre miliari della storia della letteratura attraverso un’operazione artistica che manipola le copertine invertendo il maschile con il femminile, e viceversa. Nel 2011 partecipa alla Biennale di Venezia per il Padiglione di San Marino.

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