Maturità 2023, di cosa parla il brano tratto da Gli Indifferenti di Moravia
Last Updated on 21/06/2023
La seconda traccia dell’analisi del testo dell’esame di maturità 2023 è un brano tratto da Gli indifferenti, romanzo d’esordio di Alberto Moravia. Ecco il testo e a cosa fa riferimento…

La seconda traccia dell’analisi del testo dell’esame di maturità 2023 è un brano tratto da Gli indifferenti, romanzo d’esordio di Alberto Moravia. Pubblicato nel 1929, Gli indifferenti racconta una famiglia borghese negli anni di pieno sviluppo del fascismo italiano e si configura come una denuncia della perdita di valori dell’Italia di quegli anni. Proprio due dei protagonisti, i fratelli Carla e Michele Ardengo sono il prototipo della borghesia che non riesce a provare sentimenti, mentre Leo, amante della madre, Mariagrazia, dei due è un classico arrampicatore sociale.
Il testo tratto da Gli indifferenti di Alberto Moravia
“Tutti lo guardarono. “Ma vediamo, Merumeci,” supplicò la madre giungendo le mani; “non vorrà mica mandarci via così sui due piedi?… ci conceda una proroga…”
“Ne ho già concesse due;” disse Leo “basta… tanto più che non servirebbe ad evitare la vendita…”
“Come a non evitare?” domandò la madre.
Leo alzò finalmente gli occhi e la guardò: “Mi spiego: a meno che non riusciate a mettere insieme ottocentomila lire, non vedo come potreste pagare se non vendendo la villa…”
La madre capì, una paura vasta le si aprì davanti agli occhi come una voragine; impallidì, guardò l’amante; ma Leo tutto assorto nella contemplazione del suo sigaro non la rassicurò: “Questo significa” disse Carla “che dovremo lasciare la villa e andare ad abitare in un appartamento di poche stanze?”
“Già,” rispose Michele “proprio così.”
Silenzio; la paura della madre ingigantiva; non aveva mai voluto sapere di poveri e neppure conoscerli di nome, non aveva mai voluto ammettere l’esistenza di gente dal lavoro faticoso e dalla vita squallida. “Vivono meglio di noi” aveva sempre detto; “noi abbiamo maggiore sensibilità e più grande intelligenza e perciò soffriamo più di loro…”; ed ora, ecco, improvvisamente, ella era costretta a mescolarsi, a ingrossare la turba dei miserabili;
quello stesso senso di ripugnanza, di umiliazione, di paura che aveva provato passando un giorno in un’automobile assai bassa attraverso una folla minacciosa e lurida di scioperanti, l’opprimeva; non l’atterrivano i disagi e le privazioni a cui andava incontro, ma invece il bruciore, il pensiero di come l’avrebbero trattata, di quel che avrebbero detto le persone di sua conoscenza, tutta gente ricca, stimata ed elegante; ella si vedeva, ecco… povera, sola, con quei due figli, senza amicizie ché tutti l’avrebbero abbandonata, senza divertimenti, balli, lumi, feste, conversazioni: oscurità completa, ignuda oscurità.
Il suo pallore aumentava: “Bisognerebbe che gli parlassi da sola a solo,” pensava attaccandosi all’idea della seduzione; “senza Michele e senza Carla… allora capirebbe.”
Guardò l’amante. “Lei, Merumeci,” propose vagamente “ci conceda ancora una proroga, e noi il denaro lo si troverà in qualche modo”.
Il significato del passo tratto da Gli indifferenti
Il brano vede al centro tutti i protagonisti principali del romanzo, che si trovano a un passo dal perdere la loro villa, tenuta al centro delle voglia di Leo, amante di Mariagrazia, madre di Carla e Michele. Per la prima volta, Mariagrazia riflette sulla possibilità che la sua vita cambi in peggio, infatti “la paura ingigantiva” perché la pone di fronte all’idea di povertà, a quei poveri di cui “non aveva mai voluto sapere e neppure conoscerli di nome”. Un ritratto spietato che vede nei “poveri” persone che, privi della loro intelligenza soffrono di meno.
La trama del libro
Carla, ventiquattrenne figlia di Mariagrazia, viene sedotta da Leo Merumeci, amante della madre interessato a frequentare villa Ardengo anche per diventarne possessore. La famiglia infatti si trova in condizioni di forte precarietà economica e dovrebbe vendere la casa, ma Mariagrazia rifiuta sempre le proposte di vendita di Leo, perché interessata a mantenere l’apparenza di ricchezza agli occhi degli altri. Merumeci approfitta del desiderio di Carla di uscire da quella vita monotona e priva di stimoli, provando a sedurla già in apertura del romanzo, nel salotto di casa.
I due sono sempre interrotti dall’arrivo della madre, da Michele o da Lisa, ex amante di Leo che viene spesso in visita all’amica Mariagrazia. Lisa, oggetto delle gelosie di Mariagrazia, è in realtà innamorata di Michele, che però inizialmente la respinge. È proprio lei a scoprire la relazione tra Leo e Carla e ad informare Michele. Il giovane tenta di uscire dal suo stato di indifferenza e reagire, prendendo una pistola e recandosi a casa di Leo, dove trova la sorella. Il tentativo fallisce poiché il colpo va a vuoto. Il romanzo si conclude con una festa in maschera, dove nulla è cambiato e dove i personaggi continuano nella loro finzione. Si intuisce forse un futuro matrimonio tra Carla e Leo e quindi il pieno successo di Merumeci.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.