La “Salomè” di Wilde secondo gli allievi di Albertazzi al Teatro Lo Spazio
Last Updated on 01/07/2016
Domenica 3 luglio a Roma avrà luogo la prima rappresentazione della Salomè portata in scena da un gruppo dei giovani allievi del grande Giorgio Albertazzi. A meno di un mese dalla scomparsa del Maestro, il suo allievo Gianni Magno, attore e ballerino porta in scena la celebre opera di Oscar Wilde, diretto da Francesca Bonanni, con Simone Destrero, Ilaria Libianchi, Veronica Milaneschi e Giorgio Franchetti. I costumi saranno di Anna Romano, forniti da SPQR , mentre le luci saranno dirette da Yuri Parascandolo. Infine, le musiche porteranno la firma del tamburellista Emanuele Ferrari. Lo spettacolo è prodotto dall’Associazione Culturale Ancatt, che da anni lavora nella promozione di giovani artisti.
LA TRAMA – Al centro della trama, la suadente principessa Salomè alle prese con un viaggio infinito nelle scritture e nel tempo, senza mai segnare una lettura definitiva, ma suggerendo ad ogni ritorno scenico, una diversa riflessione possibile. Una esecuzione del dramma classico, in chiave contemporanea, approfondito e rivisitato nel testo da Gianni Magno; grande promotrice di innovazione la lettura cine-teatrale della regista Francesca Bonanni, da sempre autrice e regista del famoso programma televisivo “Ulisse” di Alberto Angela.
UN OMAGGIO (ANCHE) AL SALENTO – La regista attraverso uno sguardo storicamente attento e puntuale punta ad ottenere un fine comunicativo unico che unisce la tecnica teatrale alla visione cinematografica. Lo spettacolo, inoltre, smuove attraverso la scelta delle travolgenti e sfrenate musiche della tradizione salentina, una visione ossessiva della danza, dell’amore, e del desiderio e infine del riscatto morale e sociale. La rappresentazione teatrale di Salomè, andrà in scena al teatro Lo Spazio alle ore 17.30 di domenica 3 luglio.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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