Intervista a Filippo Nesci: “La mia arte tra natura, web e tecnologia”
Apre giovedì “Recollections 1”, la prima mostra personale del giovane artista Filippo Nesci, presso la galleria Triphè, a Roma, a cura di Maria Laura Perilli

Apre giovedì Recollections 1, la prima mostra personale del giovane artista Filippo Nesci. Con quest’esposizione, a cura di Maria Laura Perilli, la galleria Triphè, in via delle Fosse di Castello, 2, si apre al tema dell’intelligenza artificiale e, più nello specifico, alle sue possibili connessioni con il mondo dell’arte.
Le opere in mostra
In esposizione 14 opere, di cui 5 già presentate nella sede di Google in California, e realizzate con l’arte del glitch, ossia – parole dell’artista – “una sorta di lapsus di come da un errore tecnologico si finisca per generare una nuova forma d’arte”. Gli altri lavori presentati sono una specie di “memorie digitali, una sorta di mix tra il poco che rimane di umano e la macchina tecnologica; si potrebbe parlare,così, spiega l’artista, di una AI nostalgica”. Orari: dal martedì al sabato, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Sino al 15 luglio 2019.
Incuriositi e meravigliati dall’anteprima delle opere che saranno presentate, abbiamo contattato l’artista e gli abbiamo posto cinque domande. Per farci raccontare la sua arte e la relativa genesi. E tutto ciò che vi ruota, tra reale e virtuale, attorno.
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Cinque domande a Filippo Nesci
Cosa è l’arte per te?
L’arte è un’espressione. Una manifestazione dall’invisibile al visibile. L’arte porta avanti e mostra un qualcosa che è esistito da sempre. Ma con una prospettiva diversa e un linguaggio più viscerale che arriva a toccare il subconscio. L’arte può essere un atto, un oggetto, un’intenzione. Definire l’arte è come cercare di definire il sapore di un colore.
Qual è stato il preciso momento in cui ti sei sentita, anche se a livello primordiale, artista?
Diciamo non c’è mai stato un momento preciso. Ho iniziato a fare fotografia al liceo, poi a 17 anni ho studiato film a Los Angeles all’Art Center College of Design, mi sono laureato con un bachelor of fine arts. E ancora mi chiedo veramente cosa significhi essere o sentirsi artisti.
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Da cosa (o da chi) trai spunto per la tua arte?
Decisamente dalla natura e dalle similarità e interazioni tra natura e tecnologia. Mi interessa l’uso della matematica, ad esempio dei frattali, e l’esplorazione delle connessioni che hanno con molte forme naturali nel nostro mondo. Inoltre mi attraggono le relazioni tra fisica e filosofia, i grandi temi della politica internazionale e gli strani spazi scordati o sconosciuti del web.
Le tre opere che ti rappresentano di più e perchè.
Il frattale – Il frattale è una tematica che uso spesso e questa immagine ne è un esempio perfetto. Ho iniziato ad interessarmi della connessione tra matematica e arte durante l’universita a Los Angeles in una classe che si chiamava “visual math”, insegnata da un professore che lavora alla JPL. Decisamente una delle classi che mi ha indirizzato di piú verso questo mondo di data e arte.
Il glitch – il glitch é l’inizio di tutto. Studiando film sono sempre stato a contatto con persone ossessionate ad ottenere la qualità migliore possibile dell’immagine tramite telecamere costosissime e vari macchinari. Nel corso dei miei studi invece mi sono interessato molto ad andare contro questo trend elitario, distruggendo la qualità dell’immagine e i segnali. giocando con l’idea dell’imperfezione, del “brutto”.
E infine…
Lo psichedelico – Un altro fattore essenziale e incorporato in molti dei miei lavori. Ho sempre avuto un amore per i colori, le forme e il “magical surrealism”. Un tema di qualcosa che inizialmente sembra aliena e non appartenerci ma invece poi (come il frattale) si riscontra molto spesso in natura.
The Fractal The glitch the psychedelic
Prossimi progetti
Oltre alla mostra attuale presso la Galleria Triphè a cura di Maria Laura Perilli che proseguirà fino alla fine di settembre con una seconda parte Recollections 2. Prossimi progetti saranno sul tema dell’ A.I.. Poi con un’università italiana all’interno di un loro seminario di ricerca che si terrà nel 2020. Anche un progetto in realtà virtuale che non posso divulgare ancora molte informazioni per motivi di privacy. Infine un altro progetto in corso con il nuovo label musicale di New York “Parasol Sound”.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.