Agnese Ricchi in scena nel segno di Cesare Pavese
Last Updated on 18/12/2019
Ha debuttato al Macro Asilo di Roma “Concerto con Leucò”, performance teatrale e multimediale di Agnese Ricchi, in scena con Cristina Golotta

Si è consumato al Macro Asilo tra addetti ai lavori, critici e devoti dell’arte, il debutto della performance a metà tra teatro e multimediale dal titolo “Concerto con Leucò”, a firma dell’autrice e interprete Agnese Ricchi. In scena con Cristina Golotta.
E’ un omaggio che va in scena nel segno di Cesare Pavese la pièce di Ricchi, che si ispira al catartico testo del piemontese dal titolo “Dialoghi con Leucò”, una sorta di lascito autobiografico e di fantasia che Pavese terrà con se fino agli ultimi istanti della sua vita, prima di siglare un biglietto di saluti che si concluderà proprio con una frase tratta dai suoi dialoghi, pubblicati per la prima volta nel ’47.
Il nostro commento
E’ il ricordo di cui scrive, come unico tratto immortale dell’uomo mortale, quello che l’autore menziona e lascia ai posteri. Aggiungendo con accortezza di non fare troppi pettegolezzi sul suo suicidio. E proprio al suicidio, all’immortalità, alla vita, all’amore quello fisico e quello cerebrale ed alla morte, che i suoi dialoghi fanno riferimento. Mille facce più o meno lucide di quell’autore-diamante da cui Ricchi trae spunto per il suo concerto di musica, immagini ed interpretazioni magnetiche consumatesi al secondo piano di Via Nizza, nella sala laboratorio del Macro.
Più che buona la prova stilistica e recitativa delle due attrici, interpreti di una pièce che sarebbe curioso rivedere in spazi teatrali e non solo contemporanei. Un’opera ibrida che merita considerazione, dato il mescolarsi costante di musiche inedite, immagini psichedeliche e gestualità ipnotiche che non annoiano.
Fotogallery di Concerto con Leucò, con Agnese Ricchi – Foto di Samantha Sollima
Per l’occasione abbiamo rivolto all’autrice Ricchi tre domande per Uozzart
Cosa è per Agnese Ricchi l’arte?
Per me l’arte è l’elaborazione di un’intuizione, evocata da qualcosa che ci circonda.
Tu di cosa hai paura, come donna e come artista?
Ho paura delle invasioni barbariche, che non sono quelle migratorie
Prossimi progetti?
Il prossimo progetto è quello di divulgare il più possibile questo appena fatto, perlomeno per un anno.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.