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Tre film diretti da donne (1): Booksmart, Detroit, Lazzaro Felice

Last Updated on 25/11/2020

In questi giorni di “riposo forzato” vi consigliamo qualche film da vedere, rivedere, recuperare: dalle grandi registe ai film per la famiglia, fino ai classici dell’intrattenimento. Si parte con Booksmart, Detroit e Lazzaro Felice…

Lazzaro Felice
Lazzaro Felice

Inauguriamo oggi una rubrica per gli amanti del cinema che sono a casa e vogliono approfittare di questi giorni per recuperare qualche bella pellicola. Ne approfittiamo anche per consigliarvi bei film diretti da donne, che sono sempre più attive nel cinema nostrano ed estero, ma non hanno quasi mai la stessa attenzione dei registi uomini. Si parte con Booksmart, Detroit e Lazzaro Felice

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Booksmart di Olivia Wilde

L’attrice Olivia Wilde, al suo debutto dietro la cinepresa, si cimenta con un teen-movie fuori dagli schemi, moderno, divertente e mai superficiale. Il titolo italiano “La rivincita delle sfigate” è, come spesso accade, fuorviante; le protagoniste, Molly e Amy, non sono affatto le classiche losers dei film di liceali, ma due studentesse brillanti dal futuro promettente, in procinto di lasciare l’high school per università prestigiose.

Booksmart, in gergo americano, sono quelle persone che brillano negli studi ma che non hanno grandi capacità sociali. Le ragazze sono infatti chiuse in un mondo che include solo loro due e al di fuori del quale chiunque è considerato sciocco e superficiale: in pratica, i perdenti sono tutti gli altri. Ma l’ultimo giorno di scuola, nel tentativo di lasciarsi andare e divertirsi almeno una volta prima di partire per il college, le giovani scopriranno di aver giudicato male i propri coetanei; dietro gli stereotipi usati per categorizzare gli studenti si celano personalità complesse e sorprendenti.

Detroit di Kathryn Bigelow

Unica donna nella storia a vincere un Oscar per la regia, Kathryn Bigelow ha alle spalle grandi titoli come Point Break, Strange Days, The Hurt Locker e Zero Dark Thirty. Detroit, ultimo suo lungometraggio del 2017, è però uscito in sordina in patria e arrivato qui da noi nel silenzio generale. Ed è un peccato, perchè è forse uno dei suoi lavori più riusciti, sicuramente il più potente.

La storia (vera), ambientata appunto nella città del Michigan durante la sanguinosa rivolta dei cittadini afroamericani del 1967, racconta l’agghiacciante vicenda del massacro del Motel Algiers, in cui dei poliziotti pestarono e torturarono diverse persone e infine uccisero tre ragazzi di colore. La telecamera a mano della Bigelow segue nervosamente gesti e espressioni, non tralascia nulla, non distoglie lo sguardo davanti al sangue, alla paura, alla violenza di quella nott. Non perdona, non giustifica, non fa sconti neanche allo spettatore. Tutti devono vedere l’orrore, solo così, forse non si ripeterà.

Lazzaro Felice di Alice Rohrwacher

Negli ultimi anni l’Italia ha sfornato ottimi film di registi esordienti (o quasi) che purtroppo non sono molto noti al grande pubblico. Alice Rohrwacher ha all’attivo tre pellicole, una più bella dell’altra, in cui crea mondi unici e li inquadra con occhio vivace e sopra le righe. Il suo è un cinema stralunato, profondamente legato ai luoghi e alla natura. Assolutamente personale.

Forse non è osannata come dovrebbe in patria, ma le sue soddisfazioni le ha avute a livello internazionale con ben due premi a Cannes, di cui uno proprio per la sceneggiatura di Lazzaro Felice. Il film racconta le strane vicende di Lazzaro, un semplice e ingenuo adolescente. Cresciuto a contatto con la natura, poi morto e risorto, Lazzaro si ritroverà nella grigia città, totalmente cieco davanti alla cattiveria del mondo che lo circonda, a metà tra santo e anima candida.

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