Tre film diretti da donne (2): Ladybird, A beatiful day, Nico 1988
Last Updated on 19/06/2020
In questi giorni di “riposo forzato” vi consigliamo qualche film da vedere, rivedere, recuperare: dalle grandi registe ai film per la famiglia, fino ai classici dell’intrattenimento. Oggi consigliamo Ladybird, A beautiful day e Nico, 1988.

Proseguiamo con i nostri consigli cinefili per passare al meglio il tempo in casa e torniamo a parlare di film diretti da donne. Stavolta puntiamo su registe di tre diverse nazionalità: un’americana (Greta Gerwig), una scozzese (Lynne Ramsay) e un’italiana (Susanna Nicchiarelli).
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Ladybird di Greta Gerwig
Il debutto alla regia dell’attrice e sceneggiatrice Greta Gerwig è un racconto di formazione tutto al femminile. Christine è un’adolescente vivace, sveglia, particolarmente polemica, in perenne conflitto con sua madre, con la scuola ultracattolica che frequenta e con la città in cui vive (Sacramento, città californiana molto lontana dalle open minded Los Angeles e San Francisco). Spinta dal rifiuto per tutto ciò che le viene imposto, Christine decide di farsi chiamare Ladybird e di impegnarsi a lasciare presto la città natale ed andare a studiare nella moderna New York. La Gerwig, originaria di Sacramento e ora Newyorkese, mischia fiction e autobiografia, raccontando con l’accuratezza che solo una donna può avere, le difficoltà di crescere affermando la propria individualità e il rapporto tra madre e figlia.
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A beautiful day – you were never really here di Lynne Ramsay
Al suo quarto lungometraggio, dopo il bellissimo e disturbante “…e ora pariamo di Kevin”, la regista scozzere Lynn Ramsay mette in scena un dramma sanguinoso e cupo, con protagonista Joaquin Phoenix. Maestro nell’impersonare personaggi violenti e tormentati, Phoenix è Joe, un veterano che, tra flashback della guerra e ricordi dell’infanzia traumatica, lavora come mercenario per il migliore offerente. Quando gli verrà dato l’incarico di salvare una ragazzina finita nel giro della prostituzione minorile, Joe si muoverà per i bassifondi nerissimi di New York come un giustiziere silenzioso e spietato.
Nico, 1988 di Susanna Nicchiarelli
“Nico, 1988” è il terzo lungometraggio di Susanna Nicchiarelli, dopo gli apprezzati “Cosmonauta” e “La scoperta dell’alba”, presentato con successo a Cannes nel 2017. La storia segue l’ultimo anno di vita della modella, cantante e icona degli anni 60, Nico. In particolare, seguiamo Nico nel suo ultimo tour nella grigia Europa del muro e dei locali underground, nell’anno che, più avanti, vedrà la sua morte. Ma Nico non è più la bellissima e algida femme fatale della Factory che cantava con i Velvet Underground; è infatti una donna di mezza età, appesantita nel corpo e nello spirito dal suo passato e dai suoi errori, che tenta di tirare le fila di una vita di eccessi e di riallacciare i rapporti col tormentato figlio Ari.
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Mio padre è Andrej Tarkovskij, mia madre è Sarah Connor. Onnivora di cinema, ho imparato a memoria IMDB. Vorrei vivere dentro “L’Eglise d’Auvers-sur-Oise” di Van Gogh, essere fotografata da Diane Arbus e scolpita da Canova. Vorrei che Hemingway scrivesse di me, che Hendrix mi dedicasse una canzone e che Renzo Piano mi intitolasse un grattacielo. Per quest’ultimo sono ancora in tempo.
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