Storia del teatro italiano – I cinque grandi degli anni Sessanta, da Dario Fò a Vasilicò
Last Updated on 20/04/2020
La seconda parte della rassegna dei grandi nomi del teatro italiano: gli esperimenti di Dario Fò, Franca Rame, Luca Ronconi, Carmelo Bene e Giuliano Vasilicò

A partire dal secondo dopoguerra la forma teatrale italiana inizia a liquefarsi. Maturano diverse proposte che si manifestano attraverso l’inedita elaborazione di testi più aderenti alla società borghese e la formazione artistica, con la nascita di laboratori teatrali. Una nuova generazione di attori nata sotto il Fascismo inizia ad imporsi negli anni Sessanta. E si fa spesso portatrice di denuncia, di discussione, di partecipazione.
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Dario Fò e Franca Rame

Sul finire degli anni ’60 Dario Fò, attore, drammaturgo e regista fonda il gruppo teatrale Nuova Scena insieme alla moglie Franca Rame, anch’essa attrice e autrice teatrale. Il teatro di Fò viene definito di “narrazione”, le sue farse traggono origine dal costume comico della Commedia dell’Arte e della Letteratura Medievale ma trasferito in uno spazio e in una narrazione contemporanea. Le rappresentazioni spesso avvenivano in luoghi alternativi come piazze, palestre e fabbriche. La più rappresentativa è sicuramente Mistero buffo del 1969.
Franca Rame, moglie e compagna artistica di Fò, ha interpretato e collaborato alla scrittura di diverse opere del marito. Ma è doveroso ricordare che è stata una delle prime attrici italiane ad esibire il nudo di scena con l’interpretazione di Non andartene in giro tutta nuda di Feydeau nel 1957 al Teatro Arlecchino di Roma (attuale Teatro Flaiano).
Luca Ronconi e il teatro di prosa

E’ stato l’attore per eccellenza del “teatro di prosa” in Italia. Inizia la sua carriera d’attore negli anni ’50 e a partire dagli ’60 affianca al suo ruolo d’interprete quello di regista di prosa teatrale. Esordì nel 1963 con La buona moglie di Goldoni. Ma conquistò la fama internazionale con la messa in scena dell’ Orlando furioso nel 1969. Insieme alla regia di prose sul finire degli anni ’60 inizierà una lunghissima carriera di regista di opere liriche.
Carmelo Bene e il teatro d’avanguardia

Carmelo Bene, attore-autore-regista, è stato tra le maggiori figure del teatro d’avanguardia italiano. L’evoluzione attoriale di Bene è stata al tempo stesso un’involuzione, allontanandosi man mano dai canoni recitativi e linguistici, creando e smontando la tradizione teatrale. Esordì come attore nel 1959 con il Caligola di Camus, emerse rapidamente nella scena come una vera e propria rivelazione nel campo della sperimentazione teatrale con l’allestimento di spettacoli nelle cantine romane negli anni ’60.
Giuliano Vasilicò e il teatro sperimentale

Nell’ambito della sperimentazione teatrale avviata da Bene negli anni ’60 e che ha conosciuto una stagione particolarmente intesa fino alla meta degli anni ’70, è doveroso ricordare Giuliano Vasilicò, il quale è stato uno degli artisti più attivi nell’ambiente del teatro sperimentale italiano. Vasilicò, regista e drammaturgo, ha iniziato la sua carriera nel 1969 con Missione psicopolitica, partendo dai locali del centro di ricerca Beat ’72 (centro di ricerca dedicato al teatro, alla poesia e altre forme artistiche), laboratorio romano delle sue sperimentazioni.
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Salvo Gemmellaro, classe 1987, siciliano, autore e regista. Ho studiato all’Accademia della Comunicazione e Spettacolo di Roma, già articolista-blogger, ho pubblicato alcune raccolte poetiche, attualmente sono redattore teatrale per alcune riviste. Ho scritto per il giornale Universitario dell’Università degli Studi Sapienza di Roma, ho frequentato il corso di studi in Lettere Moderne e a breve conseguirò la laurea in Letteratura Italiana.
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