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La strada dritta – La recensione del libro di Francesco Pinto

“La strada dritta” di Francesco Pinto, uscito in prima edizione nel 2011 e poi nel 2014 in quella economica per Mondadori, è un libro furbo o un libro importante? Entrambe le cose...

“La strada dritta” di Francesco Pinto

La strada dritta” di Francesco Pinto, uscito in prima edizione nel 2011 e poi nel 2014 in quella economica per Mondadori, è un libro furbo o un libro importante? Entrambe le cose.

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La trama del libro

Il romanzo dedicato alla storia dell’Autostrada A1, l’Autostrada del Sole, è importante per la storia che racconta, seppur con parole inferiori alle vicende che descrive. È furbo invece per come è stato concepito e scritto. Appena uscito sembrava di fatto pronto per essere sceneggiato per una fiction tv, che è stata effettivamente realizzata da Rai Fiction e trasmessa nel 2014 in occasione del 50° anniversario del completamento di questa importante arteria.

Che ci sarà mai da raccontare nella storia di un’autostrada? A prima vista nulla di interessante, ma avremmo avuto tutto da perdere se non fosse stato fatto, perché per noi italiani la genesi dell’Autostrada del Sole può rappresentare un’epopea fondativa pari alla vittoria di un mondiale di calcio, il non raccontarla sarebbe stata un’occasione mancata.

19 maggio 1956 – 4 ottobre 1964

Il 19 maggio del 1956, il giorno in cui su uno sterrato di poche centinaia di metri viene dato inizio ai lavori, non c’è nulla: non un progetto definitivo, non le tecnologie, non le competenze professionali, non i soldi necessari. Il 4 ottobre del 1964 – appena otto anni dopo e in anticipo sui tempi previsti – una striscia di asfalto lunga 755 chilometri collega Milano con Napoli, il Nord con il Sud: è l’Autostrada del Sole. Durante quegli otto anni un esercito di manovali, carpentieri, tecnici, progettisti combatte per rispettare la promessa della sua costruzione. E su quella strada trova il suo destino.

Lì va a cercarlo Fedele Cova, l’amministratore delegato della Società Autostrade. E, sempre lì, va a cercarlo anche Gaetano De Angelis, operaio emigrato al Nord che con Cova fa un giuramento: lo finiranno insieme quell’abbozzo di strada, e lui potrà ritornare a casa, come ha promesso a Maria. Lì troveranno il loro destino Giovanni Nigro, un ingegnere che nel gelo della campagna di Russia aveva perduto il suo onore, e Bruna, una dei progettisti, che ha bisogno di quella strada per continuare a correre. All’interno di una rigorosa ricostruzione storica, mescolando personaggi di invenzione e protagonisti reali, “La strada dritta” è il romanzo epico e corale di quell’esercito e della sua strada. Ufficiali e soldati, uomini e donne, ognuno con un sogno da rendere vero e una promessa a cui tenere fede. Tutti italiani, tutti con la schiena dritta, come la strada che devono costruire.

La magnificenza di un’opera ingegneristica che ha completato il nostro processo di unità nazionale

L’Autostrada del Sole è un’opera viaria talmente ovvia oggi, da essere continuamente bistratta, sacrificata sugli altari del traffico. Code, esodi e contro-esodi estivi, bivacchi di vacanzieri e blocchi di pendolari, lavori di ammodernamento e di raddoppio di carreggiata, hanno fatto dimenticare la magnificenza di un’opera ingegneristica che ha completato il nostro processo di unità nazionale, quasi che un utilizzo incessante, smodato, ne abbia fatto dimenticare l’essenza, la sua funzione. Ma in fondo cos’è una strada se non un contenitore di pedaggi, una parete dove stratificare più “mani” di vernice? E qual è la differenza del primo pedaggio dal secondo, di quest’ultimo dal terzo e così via? Non è pur sempre la stessa strada, la stessa che congiunge un punto A con un punto B purtroppo non sempre nel minor tempo possibile?

Non erano di questa opinione i protagonisti de “La strada dritta”, una sporca mezza dozzina di uomini. Tutti più meno strappati alla storia o regalatici per finzione a fin di bene. Uomini, ma soprattutto italiani, di quelli che si rimboccavano le maniche, quando copiare e cercare di fare meglio di coloro da cui si era copiato non era ancora un reato. Quando il rispetto virtuoso delle regole era il maggior incentivo ad infrangerle, soprattutto se queste nascondevano i rischi della nascente ma già rigogliosa burocrazia italiana. Uomini che hanno avuto il coraggio di fare ciò che si doveva fare, senza farsi troppe domande: settecentocinquantacinque chilometri in otto anni concludendo in anticipo sui tempi.

Uomini normali, né filibustieri, né figure di confine. Semplicemente uomini, come noi, che hanno avuto il pregio di rispondere affermativamente alle sfide ma anche ai problemi propinati dal destino. Senza rimandare al giorno dopo quello che poteva essere fatto oggi. Oppure facendo loro (e bene) quello che avrebbero potuto fare altri, chissà poi se gli altri l’avrebbero fatto veramente. Forse è questa la grande differenza fra i protagonisti del libro ed i lettori a cui è destinato: la pigrizia, il lassismo. Come se un atteggiamento – quasi un bene, se non un diritto del lettore – divenga nella realtà un pericolo per il cittadino, per se stesso e gli altri.

Il nostro commento

“La strada dritta” è un libro di buoni sentimenti, facile, talvolta ovvio per i lettori più smaliziati, ma assolutamente godibile, di rapida e soddisfacente lettura. Non un capolavoro, tutt’altro, ma un libro che questi tempi fanno divenire prezioso, quasi che la necessità delle atmosfere che rievoca lo rendano necessario di là da una forma perfettibile, ammiccante ma non sfacciata, nazionalpopolare ma non oleografica, semplice ma non superficiale.

“La strada dritta” è un frammento di nostalgia, una domenica pomeriggio spesa bene, il sapore del ragù della nonna ancora in bocca, “Tutto il calcio minuto per minuto” alla radio, il pensiero del lunedì con la settimana che ricomincia sempre uguale eppure così diversa da se stessa, l’attesa per lo sceneggiato tv della sera, mio padre che guida verso casa. In autostrada.

Chi è Francesco Pinto

Francesco Pinto è stato direttore di Rai Tre. Sotto la sua direzione sono iniziati programmi come “Sfide”, “Blu notte”, “Novecento”, “La Squadra”, “Melevisione” e “Alle falde del Kilimangiaro”. Precedentemente aveva diretto la struttura programmi sperimentali della Rai producendo, già negli anni Novanta, i primi programmi in Alta Definizione. Direttore del Centro di produzione della Rai di Napoli sino allo scorso anno, ha pubblicato numerosi saggi sulla storia della televisione. La strada dritta (Mondadori, 2011) è il suo primo romanzo. Con Mondadori ha pubblicato anche Il lancio perfetto (2014) e I giorni dell’oro (2016). Il suo ultimo romanzo è L’uomo che salvò la bellezza edito da HarperCollins (2020).

La scheda del libro

Titolo: La strada dritta.
Autore: Francesco Pinto.
Editore: Mondadori.
Anno edizione: 2014 (ed. economica).
Pagine: 318 p.
EAN: 9788804642343.
Prezzo: € 11,50.

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