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Shining compie 40 anni: nove curiosità sul cult firmato Stanley Kubrick

Usciva il 23 maggio 1980 negli Stati Uniti d’America uno dei film horror più belli di sempre. Festeggiamo l’anniversario di Shining, tratto dal romanzo di Stephen King, ricordando nove aneddoti: dalle improvvisazioni di Jack Nicholson alla genesi delle gemelle Grady, dalle location al finale tagliato…

Shining
Shining

Usciva il 23 maggio 1980 negli Stati Uniti d’America uno dei film horror più belli di sempre. Ma in Italia arrivò quasi sette mesi dopo. Shining, diretto da Stanley Kubrick e co-scritto con Diane Johnson, è tratto dal romanzo omonimo scritto da Stephen King nel 1977. Il film narra il dramma di una famiglia che deve svernare in totale isolamento in un hotel in alta montagna. Il figlio, Danny, dimostra di possedere delle facoltà extrasensoriali, ossia i cosiddetti “shining”, che lo portano ad avere visioni del passato e del futuro. Allora, per prepararci a un anniversario fra corridoi, tricicli, gemelle e asce, abbiamo recuperato qualche interessante curiosità.

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Jack Nicholson abile improvvisatore

Pare che Jack Nicholson abbia improvvisato la battuta “Heeere’s Johnny!”, facendo riferimento ai celebri slogan dei Late Show americani. Ha inoltre ideato un’intera sequenza del film. Quella in cui Torrance rimprovera Wendy per averlo interrotto mentre scrive. Lo dichiarò al New York Times: “Era esattamente come mi sentivo quando ho ottenuto il divorzio. Avvertivo la pressione di essere un padre di famiglia e ad un certo punto mi sono ritrovato a recitare in un film di giorno, mentre di notte lavoravo a una sceneggiatura. Sono lì nel mio angolino e mia moglie Sandra si imbatte inconsapevolmente in questo maniaco. L’ho raccontato a Stanley e ci abbiamo costruito sopra una scena”.

Danny ignorava che si trattasse di un film horror

Il piccolo Danny fu scelto tra 5mila ragazzini per interpretare il figlio di Jack e Wendy Torrance. Aveva solo cinque anni. E Kubrick decise di non dirgli che stavano girando un horror. Gli spiegò, invece, che erano sul set di un film drammatico. Decise così di nascondergli le scene più paurose. Ad esempio Shelley Duvall ha utilizzato un manichino per la scena in cui corre urlando con Danny in braccio. Così che il bambino non si spaventasse.

L’ossessione per Il mattino ha l’oro in bocca

Pare che Kubrick abbia fatto battere alla sua segretaria, Margaret Adams, con la propria macchina da scrivere, tutte le 500 pagine di “All work and no play makes Jack a dull boy”. Inoltre, per adattarsi ai modi di dire della lingua in cui sarebbe stata tradotta, la frase si è trasformata. In tedesco è diventata “Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi”. Mentre in spagnolo è qualcosa come “L’alba non arriverà prima, per quanto uno si svegli presto”.

Vieni a giocare con noi?

Le gemelle Grady hanno tormentato non solo Danny, ma anche i nostri sogni. Eppure nel romanzo di Stephen King non c’erano. Stanley Kubrick, infatti, è stato ispirato dalla foto Identical Twins, scattata nel 1967 in New Jersey da Diane Arbus, la rivoluzionaria fotografa che scioccò l’America di metà ‘900 immortalando i “freaks”. Alterando, rispetto alla posa originale, soltanto il colore dei vestiti, da nero ad azzurro.

Le location degli interni

Kubrick fece costruire i set degli interni agli EMI Elstree Studios di Borehamwood, in Inghilterra. Alcuni dei set sono stati concepiti basandosi sull’Ahwahnee Hotel nel Yosemite National Park. Il set dell’Overlook Hotel fu, all’epoca, il più grande mai costruito negli studios. Nel febbraio del ’79 il set venne danneggiato da un incendio, causando un ritardo nella produzione.

La luccicanza di Simona Izzo

E’ stata Simona Izzo, che curò il doppiaggio italiano del film, ad inventare il termine “luccicanza”. Lo ha dichiarato in una intervista per Il Giornale Off: “Sì, sono stata io ad inventarmi la parola “luccicanza”. Stanley Kubrick voleva una parola che non esisteva, con desinenza vernacolare. E nessuno riusciva a trovarla. Poi un giorno la governante romana di mia madre usò il termine “parannanza”. Allora mi venne in mente la “luccicanza”. La proposta arrivò a Kubrick, che si faceva sempre ritradurre i testi dall’italiano all’inglese. E accettò».

Il duro attacco di Stephen King

Una delle persone che criticò di più il film fu lo stesso Stephen King. Che definì la pellicola “fredda e distaccata”, diametralmente opposta all’opera originale. Disse poi che aveva trovato il personaggio di Jack “completamente pazzo fin dalla prima scena”. Inoltre non apprezzò l’interpretazione della Duvall, dicendo che “si trova lì solo per strillare ed essere stupida”.

Quella nomination come peggior regista

Shining è stato l’unico degli ultimi nove film di Kubrick a non ricevere nessuna candidatura agli Oscar o ai Golden Globes. Come se non bastasse, il più grande horror mai realizzato, secondo varie classifiche, è stato nominato a ben due Razzie Awards, i premi fondati proprio nel 1981 dal giornalista statunitense John J. B. Wilson. Shelley Duvall è stata nominata come peggior attrice protagonista. E addirittura Stanley Kubrick come peggior regista.

Tre versioni del film

Esistono tre versioni del film: la versione originale da 146 minuti, la versione di 144 minuti disponibile al pubblico nordamericano e la versione internazionale da 119 minuti. Dopo la première e una settimana di proiezioni della prima versione, Kubrick tagliò una scena del finale ambientata in ospedale. La scena vede Wendy in un letto che parla con Mr. Ullman, l’uomo che assunse Jack all’inizio del film, che le dice che la polizia non riesce a trovare il corpo di suo marito all’interno dell’albergo. Il direttore dell’hotel si avvicina al bambino nel letto d’ospedale e gli dà una palla da tennis identica a quella che Danny si vide lanciare sul pavimento dell’albergo dalla stanza 237. Infine viene mostrata la fotografia con Jack.

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