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Guida alle migliori serie antologiche, parte 2: da American Horror Story a Fargo

Last Updated on 18/02/2022

Prosegue il nostro viaggio tra le serie TV antologiche. Oggi sul menù le serie che cambiano trame e personaggi di stagione in stagione: American Horror Story, American Crime Story, The Haunting, Fargo e True Detective.

Serie Antologiche 2

“Mai andare oltre la terza stagione” Urlava lo sceneggiatore pentito nell’esilarante serie Boris. Non è una regola che vale sempre, ma spesso, quando uno show ha successo e viene trascinato troppo a lungo, la qualità ne risente. Lo abbiamo visto con Lost, ma anche con Homeland e Il trono di spade – erano davvero necessari i siparietti comici tra Tyrion e Varys? -. E allora ben vengano le serie antologiche, che a ogni stagione si rinnovano, pur mantenendo intatta l’atmosfera generale. Oggi vi proponiamo cinque titoli tra quelli più amati: American Horror Story, American Crime Story, The Haunting, Fargo e True Detective.

American Horror Story e American Crime Story

I generi di questi due show sono già nei titoli, simili per scelta, perché “imparentati”: dietro queste storie americane di orrore e crimine c’è una sola mente, quella di Ryan Murphy. Re Mida della TV pop e queer, Murphy è stato creatore anche di Nip/Tuck e Glee, nonché del musical Prom recentemente nominato ai Golden Globes. American Crime Story, serie che al momento conta due stagioni, ricostruisce due crimini che hanno avuto grande impatto sul pubblico americano. Nella prima stagione è raccontato il celeberrimo processo a O.J. Simpson, mentre nel secondo l’omicidio dello stilista Gianni Versace, avvenuto davanti alla sua villa di Miami.

American Crime Story
American Crime Story – L’assassinio di Gianni Versace

American Horror Story, arrivata alla nona stagione, rimescola spesso gli stessi attori per raccontare storie da brividi, ora di case infestate, ora di congreghe di streghe o di manicomi in cui hanno luogo sanguinosi omicidi. Dopo una prima stagione davvero inquietante, e un altro paio non male, purtroppo la serie inizia a perdere colpi e Murphy, con la sua passione per il kitch, a calcare troppo la mano. Ad essere sinceri, nelle ultime stagioni più che una serie horror sembra un lunghissimo video di Lady Gaga (anche lei nel cast, nella stagione 5), ma le prime sono consigliatissime.

The Haunting

Creata da Mike Flanagan, apprezzato regista di film horror tra cui Doctor Sleep, sequel di Shining, The Haunting ha una semplice premessa: narra storie di case infestate. Se nella prima stagione l’ispirazione è il classico di Shirley Jackson The Haunting of Hill House, nella seconda, intitolata The Haunting of Bly Manor, è un racconto di Henry James a dettare la trama. In entrambe il brivido è assicurato: ombre che si muovono nei corridoi, fantasmi nascosti a bordo immagine, improvvise apparizioni e orribili segreti vi terranno incollati allo schermo e vi faranno sobbalzare sulla sedia.

Fargo e True Detective

Nel 2014, al loro debutto, questi due show hanno avuto un grande successo, mettendo d’accordo critica e pubblico. I loro destini, però, sono stati molto diversi. Fargo, ispirata all’omonimo film dei fratelli Coen, racconta, non senza ironia, storie di crimini e coincidenze, di personaggi peculiari e destini che si dispiegano in maniera singolare. Arrivato alla quarta stagione, lo show mantiene un ottimo livello e vanta sempre dei cast superbi.

Fargo
Fargo 4 Salvatore Esposito e Jason Schwartzman

Altra storia quella di True Detective, serie cupissima che ci immerge in un mondo corrotto, perverso, che non lascia scampo. Dopo lo slancio della prima stagione, diventata immediatamente di culto grazie alle atmosfere southern gothic e a due protagonisti magnetici (Woody Harrelson e un Matthew McConaughey in stato di grazia), la serie si è arrestata alla seconda. Nonostante, a parere di chi vi scrive, la qualità fosse ancora molto alta, il cambio di registro ha scoraggiato chi aveva altre aspettative. Così il progetto fu messo in un cassetto, per poi essere ripreso nel 2019 per una terza stagione che non è riuscita a ricreare l’alchimia della prima, ma è comunque ottima.

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