Aie, Case editrici in crisi: “Una su dieci potrebbe chiudere a breve”
Last Updated on 22/05/2020
Quasi un editore su dieci (il 9%) sta valutando la chiusura entro l’anno. Un altro 21% la considera probabile. Solo il 23% si sente di escluderla. Sono i risultati dell’indagine dell’Associazione Italiana Editori (Aie) sulla piccola e media editoria italiana

La piccola e media editoria italiana è in crisi. Quasi un editore su dieci (il 9%), infatti, sta valutando la chiusura. Un altro 21%, invece, la considera probabile. È quanto emerge dalla quarta rivelazione dell’Osservatorio sull’impatto Covid-19 dell’Associazione Italiana Editori (Aie). Con dati raccolti dal 19 al 23 aprile.
I dati dell’indagine sulla piccola e media editoria italiana
Se il 9% dei piccoli e medi editori sta valutando la chiusura delle attività già quest’anno e un altro 21% la considera un evento altrettanto probabile che la continuazione delle attività, il 47% la teme, pur ritenendo l’eventualità poco probabile. Solo il 23% si sente di escluderla.
“Quello che invece è già un dato certo è la fortissima riduzione dei titoli pubblicati – ha sottolineato Diego Guida, vicepresidente di Aie e presidente del Gruppo Piccoli Editori -: tra marzo e aprile il taglio è stato del 35%, a maggio-giugno i rinvii salgono al 59% e proseguono, pur a valori più bassi, nel corso dell’anno: a fine 2020 si stima così una riduzione del 32% dei titoli pubblicati dai piccoli e medi editori. Significa 21.000 opere in meno, il 54% di tutte quelle che andranno perdute nel 2020, a dimostrazione della centralità delle nostre case editrici nel panorama culturale italiano”.
Il fatturato è, per più della metà delle case editrici, dimezzato
Il calo del fatturato è molto pesante: il 72% dei piccoli e medi editori stima una perdita a marzo superiore al 30%, il 56% superiore al 50%, il 29% superiore al 70%. Il crollo delle vendite nelle librerie (chiuse al pubblico) e nella Grande distribuzione organizzata (Gdo) è stato controbilanciato parzialmente dalle vendite di ebook e negli store digitali. Solo il 14% degli editori indicano un aumento nella vendita di ebook superiore al 40%; le vendite negli store online sono cresciute di oltre il 40% solo per il 2% degli editori e quelli sul sito della casa editrice di oltre il 40% solo per il 16%.
I nuovi disoccupati del settore
La crisi già adesso ha un impatto molto grave sugli occupati: il 35% degli editori ha chiesto ai dipendenti di smaltire le ferie non godute, il 34% ha messo alcuni dipendenti in cassa integrazione, il 31% tutti. Motori quasi spenti, insomma, in attesa di una ripartenza su cui pochi sono ottimisti: solo il 2% dei piccoli e medi editori ritiene che quest’anno manterrà il fatturato del 2019 grazie a un recupero nella seconda parte dell’anno. Il 57% scommette nel 2021, il 33% non prima del 2022 e l’8% ancora più in là.
Le parole del Presidente dell’AIE, Ricardo Franco Levi
“Questa emergenza avrà impatti rilevanti non solo sull’occupazione, essendo le piccole medie case editrici una parte rilevante del mondo del libro – ha spiegato Ricardo Franco Levi, presidente di Aie – ma anche sul pluralismo nel nostro Paese. Quale che ne sia il volume delle vendite, la perdita di una voce costituisce sempre un impoverimento dell’offerta culturale, una ferita alla democrazia. Il governo e il parlamento devono fare tutto il possibile perché questo non accada”.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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