Era il 1975: la foto di Ovie Carter e la siccità del Sahel, Niger
Una bambina sofferente durante la siccità del Sahel, Niger. Con questa foto Ovie Carter ha vinto il World Press Photo of the Year nel 1975

Era il 1° luglio 1974. Una bambina sofferente a Kao, un piccolo villaggio nella regione di Tahoua, durante la siccità del Sahel, Niger. Con questa foto Ovie Carter ha vinto il World Press Photo of the Year nel 1975.
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La storia della foto
Dal 1968 al 1974, una grave siccità ha devastato il bestiame e la produzione agricola del Niger. Non colpendo solo il Niger, ma l’intera regione del Sahel, dove nel 1974 morirono di fame circa 350.000 persone. Molti problemi di produzione alimentare si aggravarono fino a produrre la carestia, tra cui la crisi energetica globale, l’inflazione e la recessione mondiale e i livelli più bassi di riserve alimentari d’emergenza delle nazioni dalla seconda guerra mondiale a causa di raccolti poveri e disastri naturali.
I prezzi mondiali del grano sono diventati così alti che il governo nigeriano non ha potuto acquistare e fornire cibo a sufficienza ai suoi cittadini. Poiché non c’erano scorte di cibo a Kao, i 2.500 abitanti del villaggio dipendevano dalle strade di approvvigionamento per i soccorsi. Grandi quantità di aiuti alla fine sono arrivate nella regione a maggio, all’inizio della stagione delle piogge, quando le strade di rifornimento erano impraticabili a causa dei violenti temporali. Nell’agosto del 1974 molte persone morivano a Kao ogni giorno. A settembre, il governo ha annunciato che stava sostituendo i camion con carovane di cammelli per rifornire le città del distretto di Tahoua.
Chi è Ovie Carter
Ovie Carter (Indianola, 11 marzo 1946) è un fotografo statunitense vincitore del premio Pulitzer nel 1975 insieme a William Mullen, per i loro reportage sulla carenza di cibo in Africa ed India intitolati The Faces of Hunger. Ha lavorato presso il Chicago Tribune dal 1969 al 2004, anno del suo pensionamento. Oltre al Pulitzer ed al World Press Photo, ha vinto numerosi altri premi come l'”Overseas Press Club Award”, il “Chicago Tribune’s Edward Scott Beck Award” (per cinque volte), il “the NABJ Region V” ed il “Legends in Their Own Time”, assegnatogli dal Chicago Tribune.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.