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La Fontana delle Naiadi, inaugurata 150 anni fa, e quelle sculture considerate troppo sexy

La fontana dell’Acqua Pia Antica Marcia, oggi conosciuta come Fontana delle Naiadi, al centro di Piazza della Repubblica, fu progettata da Alessandro Guerrieri e Mario Rutelli. Venne inaugurata nel 1870 nella zona di Termini, ma era molto diversa rispetto ad oggi

La fontana dell’Acqua Pia Antica Marcia, acquedotto realizzato tra 1865 e 1870 per volontà di papa Pio IX (1846-1878), costituisce l’ultima fontana dello Stato Pontificio, nonché la prima di Roma Capitale. Oggi conosciuta come Fontana delle Naiadi, al centro di Piazza della Repubblica, fu progettata da Alessandro Guerrieri e Mario Rutelli. Questo monumento fu capace di creare parecchio disappunto, in quanto considerato “troppo audace”.

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L’inaugurazione

La si inaugurò in forma provvisoria dal pontefice il 10 settembre 1870 nella zona di Termini, nel luogo attualmente occupato dall’obelisco di Dogali. La parte architettonica fu realizzata nel 1885 su progetto di Alessandro Guerrieri. Poi si aggiungerso provvisoriamente quattro leoni in stucco in occasione della visita dell’imperatore Guglielmo II nel 1888. Nel 1897, infine, venne affidato a Mario Rutelli (1859 – 1941) l’incarico di realizzare la parte scultorea. L’artista creò le sculture in bronzo che hanno reso nota l’opera come “Fontana delle Najadi”.

L’arrivo delle Najadi

Il complesso di grandi dimensioni è composto da quattro figure femminili bronzee: la Ninfa dei Laghi, con un cigno, la Ninfa dei Fiumi, sdraiata su un mostro acquatico, la Ninfa delle acque sotterranee, sdraiata sopra un drago, e la Ninfa degli Oceani, invece a cavallo, animale che intendeva rappresentare il mare. Un grande zampillo fuoriesce dalla prima vasca interna e va a ricadere sulle statue.

Il fritto misto e il Glauco

L’inaugurazione, quella definitiva, avvenne nel 1901. Solo successivamente Rutelli la completò con un gruppo centrale. Ma l’opera, realizzata in cemento nel 1911, venne bocciata. Questa, composta da tre tritoni, un delfino e un polipo tra loro intrecciati, divenne famosa come “il fritto misto di Termini”. E oggi si trova nel giardino di piazza Vittorio Emanuele II. Al suo posto Rutelli collocò il Glauco, eseguito nel 1912, che stringe tra le mani un delfino per indicare la superiorità umana sulla natura.

L’accusa dalla Roma papalina

La fontana suscitò sin da subito grande scalpore. Per molti la posizione particolarmente sensuale e lasciva delle statue e l’effetto bagnato sui loro corpi risultò uno spettacolo immorale e indecente per l’ala conservatrice di fede papalina. Curiosi e turisti accorsero sempre di più, nonostante la fontana fosse ancora protetta da una cancellata. Poi, quest’ultima, eliminata poco dopo.

Il Cantastorie Romano “Sor Capanna”

Anche il cantastorie romano “Sor Capanna” dedicò alla fontana un’ambigua filastrocca: C’è a piazza delle Terme un funtanone, che uno scultore celebre ha guarnito co’ quattro donne ignude a pecorone e un omo in mezzo che fa da marito. Quant’è bello quer gigante, lì tra in mezzo a tutte quante: cor pesce in mano annaffia a tutt’e quattro er deretano.

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