Il dipinto del 1862: Il vagone di terza classe di Honoré Daumier
Il vagone di terza classe, Le Wagon de troisième classe, è un dipinto del pittore francese Honoré Daumier, realizzato nel 1862, nel periodo artistico-culturale del realismo. Attualmente è esposto presso il National Gallery of Canada di Ottawa.

Il vagone di terza classe, Le Wagon de troisième classe, è un dipinto del pittore francese Honoré Daumier, realizzato nel 1862, nel periodo artistico-culturale del realismo. Attualmente è esposto presso il National Gallery of Canada di Ottawa.
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L’arte come strumento di lotta politica
Honoré Daumier, che ha utilizzato l’arte quale strumento di lotta politica, con questo dipinto del 1862 ha voluto denunziare, nel suo stile, la vita più povera. Seguiva alla lettera gli intenti che proponeva il realismo, cioè il movimento artistico-culturale di cui faceva parte. Daumier, grazie allo stile drammatico utilizzato e alla rappresentazione di una condizione sociale umile, in qualche modo trascurata dallo Stato, anticipa i futuri indirizzi della pittura espressionistica di Munch, Ensor, Kirchner e di Egon Schiele.
Analisi dell’opera
L’artista, in questo dipinto, ritrae un vagone ferroviario di terza classe con finestrini che lasciano a malapena intravedere un cielo livido. Le figure sono tutte ammassate sulle dure panche di legno. Il loro sguardo si mostra rassegnato a perdurare, probabilmente, in un destino di povertà e sofferenza. E mentre nei lavoratori si intercetta idealmente la fatica, i borghesi, in netta contrapposizione con le altre figure, si mostrano arroganti, indifferenti, e avversi. Il concetto metaforico di netto divario tra i deboli, rappresentati da madri di famiglia, poveri operai, da bambini stanchi e i potenti, cioè i ricchi imprenditori, è abbastanza evidente nel dipinto.
In un primo piano, quale vero e proprio centro visivo e compositivo del quadro, ecco la signora avvolta in un mantello mentre poggia le proprie mani ossute sul manico del paniere posto sul suo grembo. La sua espressione stanca mette in evidenza con intensità i segni di povertà materiale. Lo stesso giovane ragazzo, sulla destra, pur dormiente e cullato dal rumoreggiare del vagone, fa trasparire una vita già provata dalla durezza del lavoro.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.