Henri Cartier-Bresson, le cinque fotografie più belle dell'”Occhio del secolo”
Henri Cartier-Bresson è considerato un pioniere del fotogiornalismo. Ribattezzato l’”occhio del secolo”, è stato uno degli esponenti più importanti della cosiddetta Fotografia umanista. Teorico dell’istante decisivo, ha anche contribuito a portare la fotografia di stampo surrealista ad un pubblico più ampio.

Henri Cartier-Bresson (Chanteloup-en-Brie, 22 agosto 1908 – L’Isle-sur-la-Sorgue, 3 agosto 2004) è considerato un pioniere del fotogiornalismo. Ribattezzato l’”occhio del secolo”, è stato uno degli esponenti più importanti della cosiddetta Fotografia umanista. Teorico dell’istante decisivo in fotografia, ha anche contribuito a portare la fotografia di stampo surrealista ad un pubblico più ampio.
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Il debutto fotografico di Henri Cartier-Bresson
È lo stesso Cartier-Bresson che ci racconta come fu una fotografia di Martin Munkacsi ad attrarlo verso il mondo della fotografia: «è stata quella foto a dar fuoco alle polveri, a farmi venir voglia di guardare la realtà attraverso l’obiettivo». Fu così che nel 1932 comprò una Leica 35 mm con lente 50 mm, la stessa che l’accompagnerà per molti anni.
Lo stile del fotografo
Le macchine preferite da Henri Cartier-Bresson sono proprio le Leica, sia per questione di versatilità che per discrezione, dato che gli consentivano di cogliere il soggetto in tutta la sua naturale mobilità. Strenuo avversario della “messa in scena”, punta però all’immediatezza, alla ricerca dell’”istante decisivo”. Anche la scelta del bianco e nero va in questa direzione, aggiungendo, a suo dire, un elemento emotivo di distaccamento dalla realtà. La finalità della foto non è solo raccontare, ma cogliere un momento e renderlo eterno.
Le sue cinque grandi fotografie
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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