Alessandra Pierelli: “L’arte è la porta per il mio mondo immaginario”
Last Updated on 28/01/2021
Passione, gioco, versatilità e materia: sono questi gli assi con cui Alessandra Pierelli fa la sua partita a poker con l’arte. Lo fa creando/realizzando cuori, apparentemente gioiosi, supereroi, rappresentanti della lotta tra bene e male, e i dolci, sempre golosi e divertenti.

Passione, gioco, versatilità e materia: sono questi gli assi con cui Alessandra Pierelli fa la sua partita a poker con l’arte. Lo fa creando/realizzando cuori, apparentemente gioiosi, ma che celano innumerevoli cicatrici, i supereroi, rappresentanti mascherati della lotta ancestrale tra bene e male, e i dolci, sempre leziosi, golosi e divertenti. E lo fa anche sperimentando molto, passando dal figurativo all’astrattismo materico, dalla pittura alla scultura, dal genere classico a quello più divertente e colorato del “Pop”.
Nativa di Ancona, Alessandra Pierelli frequenta l’Accademia di Brera con indirizzo pittorico. Successivamente partecipa ad un corso di decorazione e trompe l’oeil presso l’Accademia del Superfluo di Roma, diretta dal Prof. Lucifero. Dal 1996 al 1998 frequenta il corso dell’International Art School di Montecastello di Vibio (PG) diretta dal maestro Nicholas Carone. Poi, dal 2002 al 2005, collabora con il noto artista Alvin Held. Mentre dal 2006 a oggi ha partecipato e organizzato numerose mostre collettive e personali. Attualmente collabora anche con la Bg gallery di Santa Monica Los Angeles e con la galleria Spaziocima di Roma.
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Cosa è per te l’arte?
L’arte per me è passione pura e quindi l’essenza della vita. L’arte è ciò che mi permette di approdare ad un mondo immaginario. Credo che quasi tutti gli artisti in qualche modo siano legati e guidati da una creatività fanciullesca, senza la quale, per l’appunto, sarebbe impossibile per loro l’atto di creare. Da artista divento come un supereroe donando al mondo la mia opera, che è anche la mia tuta o la mia maschera. In questo modo posso inscenare una realtà parallela, che mi divide dal mondo comune. Ma per trovare qualcosa di buono sulla Terra, basta guardare più spesso oltre la maschera per trovare l’eroe nascosto che è in ognuno di noi.
A cosa attingi, o da chi ti fai ispirare, per le tue opere d’arte?
Le mie fonti d’ispirazione sono molteplici e sono legate principalmente alle mie passioni. Golosissima fin da piccola, ho cercato di fondere insieme la duplice passione per l’arte e per i dolci. Una specie di forno creativo. Un altro elemento di grande ispirazione per me è il cuore, simbolo dell’amore per eccellenza. Ho realizzato il tanto abusato “cuore” in molti modi, sia dipingendolo, sia riproducendolo con sculture bidimensionale e tridimensionali. Ho cercato di rappresentare la fragilità dell’essere umano con cuori materici e gocciolanti.
Un altro mondo che mi ha sempre affascinato è quello dei supereroi. Il mondo dei supereroi s’intreccia con il fumetto e l’immaginario fantascientifico e da qui sono partita per un ciclo di opere che indaga tali scenari, avvalendomi anche per queste opere principalmente del puntinage, linguaggio cadenzato sul ritmo reiterato della puntina da disegno.
Nelle tue opere si scorge versatilità e diversità di interessi. Ma quale senti sia la tua costante?
Si, è vero. Mi piace cambiare, sperimentare, sono quasi sempre in una continua ricerca, che è ciò mi consente di esprimere liberamente la mia personalità, le mie emozioni. Come molti artisti, ho iniziato dal figurativo (tanto che, su richiesta, eseguo ancora murali e trompe l’oeil), ma da molti anni ormai sono passata all’astratto (se pur sempre leggibile).
Ma esiste sempre nelle mie opere una costante e un filo conduttore tra i diversi generi da me utilizzati, che è l’uso della materia. Infatti, sia nella pittura, sia nella scultura, uso molti materiali, tra cui: lo stucco, la resina, le puntine da disegno e, a volte anche materiale organico (caramelle, cioccolatini, popcorn, marshmallows) che formano una texture in rilievo, che sono solita ricoprire quasi sempre con uno strato di finitura di resina.
La tua esigenza d’arte, il bisogno di creare, come nasce e come si alimenta?
Credo che questo talento e questa passione mi sia stano state trasmesse da mia madre, che è una bravissima artista figurativa, e che si siano poi rafforzate anche grazie all’influenza di mio fratello maggiore (anche lui disegnatore/fumettista). Mia madre, inoltre, è anche un’amate dell’arte in generale e una collezionista, quindi sono cresciuta respirando arte in casa. Ricordo che già da piccolissima ho iniziato a provare interesse per il disegno, la creazione e la manualità. Da allora non ho più smesso e per me è come se fosse una droga: ho sempre bisogno di pensare a qualcosa di nuovo da creare, di avere le mani sporche di colori, resina, stucco. Oltre all’arte, ho molti altri interessi e sono molto curiosa. Mi piace molto anche la moda, il design, il cinema e i fumetti.
Tre delle tue opere a cui sei più affezionata e perché.
E’ proprio al cuore e all’amore che è stata dedicata una delle mie prime mostre personali “Frammenti di un discorso amoroso”, titolo ispirato dal libro di Roland Barthes. Il quadro “Fragile” è stato scelto come simbolo della mostra dedicata a Roland Barthes è stato pubblicato varie volte da riviste e quotidiani, ed è stato anche il primo che ho realizzato con la carta da pacchi e lo scotch industriale, segnando il primo passaggio dal figurativo all’astratto materico nel 2006.
Un altro passaggio fondamentale del mio percorso artistico è stato quello dell’uso della tecnica del “puntinage”. Il primo di questa serie di quadri risale al (2012) ed è intitolato “Chocolate -Factory”, titolo ispirato all’omonimo film “La fabbrica di cioccolato” di Tim Burton.
E l’ultima opera?
Un artista che io ammiro e apprezzo molto e alle cui opere mi sono ispirata più di una volta è Jeff Koons, artista ironico e irriverente, che sbeffeggia il proprio tempo attraverso le sue stesse icone. Nel mio percorso artistico ho riprodotto e rivisitato più di una delle sue sculture, ma ce ne sono due alle quali sono particolarmente legata: si tratta di “Koons Ballon Dog” (2018), che io ho riprodotto ricoprendola di marshmallows veri, e la “Koons Rabbit”. Quest’ultima, oltre a rappresentare una delle sculture più famose al mondo, è stata scelta e presentata al Los Angeles art show dalla BG gallery, la galleria di Los Angeles, che attualmente mi rappresenta.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.