Il dipinto del 1885 – La “fanciulla malata” di Edvard Munch e la morte della sorella Sophie
Il pittore norvegese Edvard Munch ha eseguito La fanciulla malata (o Bambina malata) in più occasioni, tra il 1885 e il 1927. Per questo soggetto l’artista si ispirò alla tragica morte della sorella Sophie, morta di tubercolosi nel 1877.

Il pittore norvegese Edvard Munch ha eseguito La fanciulla malata (o Bambina malata) in più occasioni, tra il 1885 e il 1927. Per questo soggetto l’artista si ispirò alla tragica morte della sorella Sophie, morta di tubercolosi nel 1877.
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Le parole di Edvard Munch sulla morte della sorella
«Credo che nessun pittore abbia vissuto il suo tema fino all’ultimo grido di dolore come me quando ho dipinto La bambina malata. […] Non ero solo su quella sedia mentre dipingevo, erano seduti con me tutti i miei cari, che su quella sedia, a cominciare da mia madre, inverno dopo inverno, si struggevano nel desiderio del sole, finché la morte venne a prenderli». Così Munch si esprime.
Il legame tra la fanciulla malata e lo stile di Munch
In aggiunta lo stesso Munch nel diario personale descrive dettagliatamente la progettazione de La fanciulla malata e spiega il legame che unisce le sue esistenziali vicissitudini al suo modo di fare arte:
«Quando vidi la bambina malata per la prima volta – la testa pallida con i vividi capelli rossi contro il bianco cuscino – ebbi un’impressione che scomparve quando mi misi al lavoro. Ho ridipinto questo quadro molte volte durante l’anno – l’ho raschiato, l’ho diluito con la trementina – ho cercato parecchie volte di ritrovare la prima impressione – la pelle trasparente, pallida contro la tela – la bocca tremante – le mani tremanti. Avevo curato troppo la sedia e il bicchiere, ciò distraeva dalla testa. Guardando superficialmente il quadro vedevo soltanto il bicchiere e attorno. Dovevo levare tutto ? No, serviva ad accentuare e dare profondità alla testa. Ho raschiato attorno a metà, ma ho lasciato della materia. Ho scoperto così che le mie ciglia partecipavano alla mia impressione. Le ho suggerite come delle ombre sul dipinto. In qualche modo la testa diventava il dipinto. Apparivano sottili linee orizzontali – periferie – con la testa al centro […] Finalmente smisi, sfinito – avevo raggiunto la prima impressione».

Ultimò l’opera nel 1885–1886, all’età di ventisei anni. In seguito la replicò con altri cinque dipinti.
Raccontare l’«impressione» psicologica, interiore, di certo non visiva, dell’agonia della sorella quindicenne, era l’obiettivo di Munch, con la stesura della Fanciulla malata. Ultimò l’opera nel 1885–1886, all’età di ventisei anni. In seguito la replicò con altri cinque dipinti.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.