Franceschini: “Vorrei fossimo il primo Paese d’Europa a riaprire cinema, teatri e sale da musica”
“Vorrei che noi fossimo il primo Paese d’Europa a riaprire cinema, teatri e sale da musica”: è l’auspicio del ministro della Cultura Dario Franceschini . “Un’operazione che va fatta né con i proclami, né con gli annunci, ma per passi possibili, come biglietti nominativi, Ffp2, distanziamento, la tracciabilità delle persone”.

“Vorrei che noi fossimo il primo Paese d’Europa a riaprire cinema, teatri e sale da musica”: è l’auspicio del ministro della Cultura Dario Franceschini. “Un’operazione che va fatta né con i proclami, né con gli annunci, ma per passi possibili, come biglietti nominativi, Ffp2, distanziamento, la tracciabilità delle persone”. Sulla questione economica invece, in un’intervista al Corriere della Sera, afferma che si dovrà pensare a “interventi consistenti da inserire nel decreto Ristori”.
“Una realtà che non ha mai conosciuto ammortizzatori sociali ha avuto la cassa integrazione per i dipendenti e sostegni per i tanti lavoratori precari o intermittenti”
“La chiusura di teatri, cinema e sale da musica – aggiunge il ministro – è stato un dolore, ma inevitabile. Abbiamo cercato di accompagnare con misure straordinarie, attraversando questo deserto, i tanti mondi legati al cinema, al teatro, alla musica sostenendo imprese e lavoratori. Una realtà che non ha mai conosciuto ammortizzatori sociali ha avuto la cassa integrazione per i dipendenti e sostegni per i tanti lavoratori precari o intermittenti. Un lungo elenco di interventi che non bastano, lo so perfettamente: li sto riproponendo in modo consistente per il nuovo decreto Ristori. Finché non lavorano, occorre sostenere gli operatori del settore al di là del tipo di contratto che avevano. Ma ora bisogna ragionare sulla riapertura”.
“Nei teatri e nei cinema, già nella riapertura estiva, c’erano misure di sicurezza molto rigide che si sono rivelate efficienti”
“Non voglio coprirmi dietro la scelta di altri Paesi, anzi – dice Franceschini – Però, ad oggi, teatri e cinema sono chiusi in Francia, Germania, Regno Unito, Belgio, Portogallo. Ma siccome l’Italia è l’Italia vorrei che fossimo i primi a riaprire. L’operazione va fatta non con i proclami né con gli annunci ma per passi possibili. È una assoluta priorità. Ma in questi mesi abbiamo capito che i luoghi più pericolosi sono quelli dove ti togli la mascherina: ristoranti, bar, case private. Nei teatri e nei cinema, già nella riapertura estiva, c’erano misure di sicurezza molto rigide che si sono rivelate efficienti: mascherina, distanziamento, igienizzazione delle mani, sanificazione dei locali.
Ho chiesto al Comitato tecnico-scientifico un incontro urgente per proporre le misure di sicurezza integrative su cui stanno lavorando le organizzazioni di categorie e che mi consegneranno domani. Mi confronterò poi collegialmente col governo, perché non sono certo io a decidere da solo, e col Cts per individuare tempi e modalità. Però penso che teatri e cinema, con severe e adeguate misure, siano più sicuri di altri locali già aperti oggi”.
Sulla riapertura dei musei nelle zone gialle
“Nel 2019 più del 50% del turismo era straniero – spiega Franceschini – Quando ti scompare il turismo straniero e cala la mobilità interna tra regioni, i numeri crollano. Abbiamo dato un segnale preciso di ottimismo guardando al futuro della cultura. Le riaperture sono state graduali perché ciascun museo ha diverse caratteristiche per assicurare la necessaria sicurezza: distanziamento, contingentamento dei numeri, mascherine, igienizzazione degli ambienti, accessi diversificati. Si è scelto di non aprire nel weekend, tema che dovremo affrontare: nei fine settimana ci potrebbero essere problemi di affollamento, come si è visto ai Musei Vaticani”.
Appassionati di arte, teatro, cinema, libri, spettacolo e cultura? Seguite le nostre pagine Facebook, Twitter e Google News
Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.