Dantedì, perché si festeggia proprio il 25 marzo?
La data è stata individuata da alcuni studiosi come la data di inizio del viaggio di Dante nella Divina Commedia. Esattamente il 25 marzo del 1300. La spiegazione del Centro per il Libro e la Lettura del Ministero della Cultura…

Oggi 25 marzo si festeggia la seconda edizione del Dantedì, la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri. Ma perché si festeggia in questa data? Ce lo spiega il Centro per il Libro e la Lettura del Ministero della Cultura. La data – scrive il Cepell – è stata individuata da alcuni studiosi come la data di inizio del viaggio di Dante nella Divina Commedia, il 25 marzo del 1300. Ma la questione è controversa, perché secondo altri sarebbe iniziato l’8 aprile.
Dantedì il 25 marzo, gli indizi disseminati nei versi del poema
A sostegno della tesi del 25 marzo ci sarebbero alcuni indizi disseminati nei versi del poema. Nella terzina da 37 a 40 del primo canto dell’Inferno, Dante specifica le circostanze in cui appare la lonza, la prima delle tre fiere della selva oscura. Sono le prime ore del mattino ed il sole, afferma il poeta, sta sorgendo nella costellazione dell’Ariete.
“Il viaggio di Dante è quindi da collocare nel tempo dell’equinozio di primavera – si legge in alcuni documenti pubblicati dalla Società Dante Alighieri – quando il sole sorge e tramonta alla stessa ora in tutti i luoghi della terra e segna il momento climatico della rinascita della natura. Era, inoltre, opinione comune nel Medioevo che i sei giorni della creazione del mondo fossero culminati proprio con l’equinozio di primavera, così come la parabola terrena di Cristo, dall’incarnazione alla morte, che segna la rinascita dell’umanità dal buio del peccato, fosse compresa fra due equinozi di primavera”.
Un’ulteriore conferma sulla data del 25 marzo si troverebbe nel canto XXI dell’Inferno
Un’ulteriore conferma sulla data del 25 marzo si troverebbe nel canto XXI dell’Inferno: “Nella terzina compresa tra i versi 112-114 il diavolo Malacoda sostiene che i ponti che collegano le bolge del cerchio VIII crollarono al momento della morte di Cristo, esattamente “mille dugento con sessanta sei/anni” e cinque ore prima del colloquio tra il diavolo stesso ed i due pellegrini. Si riteneva comunemente nel Medioevo che Cristo fosse morto al compiersi dei 34 anni dall’incarnazione, fissata per induzione, a partire dalla tradizionale data della natività (25 dicembre), al 25 marzo, data vicina, e non certo per casuale coincidenza, all’equinozio di primavera”.
Nel Medioevo non era consuetudine iniziare a contare i giorni dell’anno dal primo giorno di gennaio
“Questa informazione non solo conferma l’anno del viaggio al 1300, ma offre uno spunto per individuarne il giorno di inizio. Bisogna, inoltre, ricordare che nel corso del Medioevo non era consuetudine iniziare a contare i giorni dell’anno dal primo giorno di gennaio. I documenti notarili tramandano diversi criteri di datazione, di cui i più comuni sono la datazione “ab nativitade”, cioè a partire dal 25 dicembre, e la datazione “ab incarnatione” cioè a partire dal 25 marzo”.
“Ab nativitade” e “ab incarnatione”
Questi sarebbero i passaggi che confermerebbero la tesi del 25 marzo, data scelta per il Dantedì, ma per altri studiosi Dante intendeva con ciò riferirsi al fatto che la data dell’inizio del viaggio sia quella del giorno della morte di Cristo, non quindi il tradizionale 25 marzo ma al Venerdì Santo, che nel 1300, giunse l’8 aprile. Da qui la disputa.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.