I capolavori di Roma – L’Estasi di santa Teresa d’Avila e i suoi misteriosi spettatori
L’Estasi di santa Teresa d’Avila è una scultura in marmo e bronzo dorato di Gian Lorenzo Bernini, realizzata tra il 1645 e il 1652, collocata nella cappella Cornaro, presso la chiesa romana di Santa Maria della Vittoria. Due le principali curiosità: una sul nome, l’altra sui suoi spettatori troppo spesso ignorati…

L’Estasi di santa Teresa d’Avila è una scultura in marmo e bronzo dorato di Gian Lorenzo Bernini, realizzata tra il 1645 e il 1652 e collocata nella cappella Cornaro, presso la chiesa romana di Santa Maria della Vittoria. La scena raffigurata nell’opera, per la precisione, non è un’estasi bensì una transverberazione, quindi la scultura è talvolta chiamata anche “Transverberazione di santa Teresa d’Avila”.
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Analisi dell’opera
L’opera è un gruppo scultoreo costituito dalla Santa e da un angelo che poggia su una nuvola sospesa a mezz’aria. Il gruppo scultoreo, bianchissimo, è illuminato dalla luce naturale che entra da una nicchia, che si riflette sui raggi dorati che sembrano scendere sull’opera. Gian Lorenzo Bernini, in quest’opera, descrive l’estasi mistica di Santa Teresa. La Santa affermò infatti di aver visto un angelo trafiggerle il cuore, accendendolo dell’amore di Dio.
I palchetti con i membri della famiglia Cornaro
Questa scultura si presenta come una vera e propria rappresentazione della fede. L’artista solleva da terra il gruppo scultoreo e sembra proprio che Santa Teresa stia per elevarsi al cielo. Inoltre, ai lati della cappella si vedono dei palchetti con dei personaggi che assistono alla scena. Si tratta dei membri della famiglia Cornaro, che assistono al miracolo, e che quindi fanno parte dell’opera stessa.
Chiesa di Santa Maria della Vittoria
Dedicata inizialmente a san Paolo e costruita per i Carmelitani Scalzi tra il 1608 e il 1620, la chiesa fu rinominata in occasione della battaglia della Montagna Bianca (presso Praga) nella Guerra dei trent’anni, che vide una temporanea vittoria delle truppe cattoliche su quelle protestanti. La facciata (1626) è di Giovanni Battista Soria, mentre il soffitto presenta affreschi di Gian Domenico Cerrini (Trionfo della Vergine Maria sulle eresie nella navata e Assunzione della Vergine nella cupola). Sempre all’interno si possono ammirare tre pale d’altare del Domenichino (1630), una del Guercino ed un dipinto di Guido Reni.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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