I capolavori di Roma – Papa Innocenzo X di Diego Velázquez del 1650
Papa Innocenzo X è un olio su tela realizzato nel 1650 dal pittore Diego Velázquez, oggi conservato nella Galleria Doria Pamphilj di Roma

Papa Innocenzo X è un olio su tela (140×120 cm) realizzato nel 1650 dal pittore Diego Velázquez, oggi conservato nella Galleria Doria Pamphilj di Roma. Il dipinto raffigura Papa Innocenzo X, al secolo Giovanni Battista Pamphili (1574-1655), e venne realizzato durante il secondo viaggio del pittore spagnolo in Italia, tra il 1649 ed il 1651.
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Analisi dell’opera
Le vesti utilizzate, in lino leggero, fanno pensare che il ritratto sia stato realizzato durante i mesi estivi. Nel foglio che il pontefice tiene nella mano sinistra si legge «alla Santà di N.ro Sign.re / Innocentiox/ per Diego de Silva / Velàzsquez de la Camera di S. M.tà Catt.ca». Sotto, anche la data di esecuzione, 1650.
Le origini del ritratto
C’è chi sostiene che Velázquez, mentre era in visita in Vaticano, ottenne udienza col papa Innocenzo X e si offrì per ritrarre il pontefice. Innocenzo X, all’inizio dubbioso, si convinse delle sue abilità solo quando vide il ritratto del suo servitore, Juan de Pareja, appena terminato. Una volta terminato, il papa, guardandolo, esclamò: “Troppo vero”, per la sua grande qualità. Secondo molti, però, questa storia non è veritiera: molto probabilmente il papa ha commissionato il ritratto dal momento che Velázquez aveva già dipinto diversi dignitari della corte pontificia. Anche il barbiere pontificio.
Il papa urlante di Francis Bacon
Studio dal ritratto di Innocenzo X è un dipinto di Francis Bacon del 1953, custodito all’Art Center di Des Moines, Iowa. L’opera mostra una figura distorta e deformata basata sul Ritratto di Papa Innocenzo X di Diego Velázquez del 1650. Fa parte di una lunga serie di dipinti sullo stesso tema, creati da Bacon tra il 1950 e i primi anni del decennio successivo. Si contano ben quarantacinque quadri.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.