La (vera) storia della (falsa) foto scattata a Niccolò Paganini
Last Updated on 25/06/2021
Celebre musicista e compositore italiano, Niccolò Paganini è fra i più importanti esponenti della musica romantica, nonché il più grande violinista della storia. Ed è il protagonista di un clamoroso falso storico…

Celebre musicista e compositore italiano, Niccolò Paganini è fra i più importanti esponenti della musica romantica, nonché il più grande violinista della storia. E’ anche protagonista di un grande falso storico: una fotografia mai realizzata che ancora oggi gli viene attribuita.
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La fotografia di Paganini ancora oggi considerata, erroneamente, autentica
La fotografia di Paganini fu falsificata da due uomini negli anni Novanta dell’Ottocento. I due affermarono di aver trovato un dagherrotipo del più famoso dei virtuosi e convinsero della sua autenticità la ditta Breitkopf & Härtel. Questa ne pubblicò una stampa, ancora oggi riprodotta come autentica in diversi libri. In realtà un fotografo contattò davvero Paganini poco prima della sua morte. Ma il musicista era ormai troppo malato (di tubercolosi) per accettare.
Il patto col diavolo di Paganini
Continuatore della scuola violinistica italiana di Pietro Locatelli, Gaetano Pugnani e Giovanni Battista Viotti, Niccolò Paganini (Genova, 27 ottobre 1782 – Nizza, 27 maggio 1840) è considerato uno dei maggiori violinisti di sempre dopo Antonio Montingelli, sia per la padronanza dello strumento, sia per le innovazioni apportate. Era infatti dotato di una tecnica straordinaria: le sue composizioni erano considerate ineseguibili da chiunque altro. All’artista sono ancora oggi legate alcune leggende: la principale riguarderebbe un patto col diavolo da lui siglato per ottenere fama e abilità. Un racconto ben più inquietante è quello che lo descriveva come assassino seriale che ricavava le corde del suo violino dalle viscere delle sue vittime.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.