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I grandi disastri artistici della storia – Il “falò delle vanità” del 1497 a Firenze

Last Updated on 23/06/2022

Era il 7 febbraio del 1497, martedì grasso, quando a Firenze un incendio, passato alla storia come il “falò delle vanità”, distrusse specchi, libri giudicati ‘immorali’, gioielli, carte da gioco, liuti e strumenti musicali. E ancora canzonieri, sculture di corpi nudi e, addirittura, opere di Sandro Botticelli

Era il 7 febbraio del 1497, martedì grasso, quando a Firenze un incendio, passato alla storia come il “falò delle vanità”, distrusse specchi, libri giudicati ‘immorali’, gioielli, carte da gioco, liuti e strumenti musicali. E ancora canzonieri, sculture di corpi nudi e, addirittura, alcune opere di Sandro Botticelli. Un danno incalcolabile per l’arte e per la cultura rinascimentale non soltanto fiorentina, ma anche italiana.

L’episodio storico

Dopo aver fomentato la sollevazione popolare che portò alla cacciata dei Medici, Girolamo Savonarola intendeva concludere la sua opera di purificazione, spazzando via da Firenze qualsiasi oggetto considerato peccaminoso. O comunque potenzialmente capace di sviluppare della vanità. Il suo potere spirituale crebbe a dismisura, tant’è che divenne non solo guida religiosa, ma anche politica della neonata Repubblica. E aveva indicato ai cittadini un’unica via per la salvezza: quella della penitenza.

Quel giorno del lontano 1497, la cerchia di fedeli del frate domenicano andò casa per casa, sequestrando per poi bruciare pubblicamente migliaia di oggetti considerati ‘peccaminosi’. Tra i vari oggetti distrutti in questa campagna vi furono alcuni dipinti originali che trattavano temi della mitologia classica.

Vasari descrisse così il rogo

«il carnovale seguente, che era costume della città far sopra le piazze alcuni capannucci di stipa et altre legne, e la sera del martedì per antico costume arderle queste con balli amorosi… si condusse a quel luogo tante pitture e sculture ignude molte di mano di maestri eccellenti, e parimente libri, liuti e canzonieri che fu danno grandissimo, ma particolare della pittura, dove Baccio portò tutto lo studio de’ disegni che egli aveva fatto degli ignudi, e lo imitò anche Lorenzo di Credi e molti altri, che avevon nome di piagnoni.»

Un anno dopo fu impiccato e bruciato sul rogo come “eretico, scismatico e per aver predicato cose nuove”

Nel 1497, fu scomunicato da papa Alessandro VI, l’anno dopo fu impiccato e bruciato sul rogo come «eretico, scismatico e per aver predicato cose nuove». E nel 1559 si inserirono le sue opere nell’Indice dei libri proibiti. La Chiesa riabilitò i suoi scritti nei secoli seguenti fino a essere presi in considerazione in importanti trattati di teologia. La causa della sua beatificazione si avviò il 30 maggio 1997 dall’arcidiocesi di Firenze. Oggi Savonarola, per la Chiesa, è un servo di Dio.

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