La grande letteratura in pillole: “Il ritorno” e “Il taccuino” di Sherlock Holmes
Dopo che Doyle aveva deciso di uccidere il suo personaggio di maggior successo, Sherlock Holmes, si lascia però nuovamente convincere. Ed ecco che nel 1905 esce la raccolta Il ritorno di Sherlock Holmes con all’interno una serie di racconti tra cui “Il mistero della casa vuota”

Di Arthur Conan Doyle e del suo personaggio più famoso abbiamo già parlato per l’anno 1902, con il romanzo Il mastino dei Baskerville. E allora perché valersene di nuovo?
Il 1905 è un anno particolare per il personaggio Sherlock Holmes. Dopo che Doyle aveva deciso di uccidere il suo personaggio di maggior successo, aveva scritto un romanzo – Il mastino, appunto – ma con la chiara intenzione di smettere con Holmes e Watson. Si lascia però nuovamente convincere ed ecco che nel 1905 esce la raccolta Il ritorno di Sherlock Holmes con all’interno una serie di racconti tra cui Il mistero della casa vuota.
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Il mistero della casa vuota
In questo primo racconto, ambientato nel 1894, Holmes si palesa al dottor Watson, ormai vedovo ed inconsapevole che il suo amico fosse ancora vivo, e lo coinvolge nuovamente in un caso investigativo. Holmes è intenzionato a distruggere la rete di criminalità creata dal suo acerrimo nemico, il professor Moriarty, che non è scomparsa dopo la morte del malvagio professore.
Il taccuino di Sherlock Holmes
Dopo Il ritorno di Sherlock Holmes seguirà un altro romanzo, La valle della paura, e un paio di raccolte di racconti: L’ultimo saluto ed Il taccuino di Sherlock Holmes.
Proprio nell’ultima raccolta, Il taccuino di Sherlock Holmes, Doyle congeda il suo personaggio di maggior successo e scrive: «Le sue avventure ebbero inizio proprio a metà della tarda era Vittoriana, durarono per tutto il troppo breve regno di Edoardo e il nostro amico è riuscito a crearsi una piccola nicchia anche in questa nostra epoca febbrile […]. Ero fermamente deciso […] di far sparire Holmes […]. Compii il misfatto ma fortunatamente nessun coroner aveva effettuato un’autopsia e così, dopo un lungo intervallo, non mi fu difficile venire incontro alle lusinghiere richieste e riportarlo in vita.
Non me ne sono mai pentito poiché in effetti ho scoperto che quelle pagine non eccessivamente impegnative non mi vietarono di esplorare […] tutta una serie di campi […]. Anche se Holmes non fosse mai esistito, non avrei potuto far di più; forse, ha solo costituito un piccolo ostacolo al riconoscimento delle mie opere letterarie più serie. E quindi, caro lettore, un addio a Sherlock Holmes!».
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Classe 1984, romana, entusiasta lettrice fin dall’infanzia e divoratrice di romanzi gialli. Appassionata di cinema, guardo con lo stesso intenso piacere Metropolis, The Searchers, Chicago o Avengers: Endgame.