Il dipinto del 1948 – Chi è la donna di “Christina’s World” di Andrew Wyeth
Christina’s World, realizzato dal pittore americano Andrew Wyeth, è uno dei dipinti americani più noti della metà del XX secolo. Raffigura una donna semisdraiata a terra in un campo senza alberi…

Christina’s World, realizzato dal pittore americano Andrew Wyeth nel 1948, è uno dei dipinti americani più noti della metà del XX secolo, oggi di proprietà del Museum of Modern Art di New York. Si tratta di un’opera a tempera realizzata in stile realista, raffigurante una donna semisdraiata a terra in un campo senza alberi che guarda una casa grigia all’orizzonte. Sullo sfondo, anche un fienile e piccoli annessi.
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Chi è la donna di Christina’s World
La donna nel dipinto è Anna Christina Olson, una vicina del pittore che probabilmente soffriva della malattia di Charcot-Marie-Tooth, una polineuropatia genetica. Wyeth, che era in buoni rapporti con la Olson, aveva spesso ritratto lei e suo fratello minore dal 1940 al 1968. Wyeth ha tratto ispirazione per la creazione del dipinto quando l’ha vista strisciare attraverso un campo mentre lui guardava dalla finestra di casa ma, se la Olson era l’ispirazione e il soggetto del dipinto, la modella era la moglie di Wyeth, Betsy.
La location reale
La casa raffigurata nel dipinto è nota come Olson House e si trova a Cushing nel Maine. E’ aperta al pubblico ed è gestita dal Farnsworth Art Museum.
Le citazioni del dipinto
Negli anni il dipinto è stato citato spesso: nel romanzo di Arthur C. Clarke 2001: Odissea nello spazio, nei poster del film Non aprite quella porta del 1974, nel film del 1994 Forrest Gump. Ancora, nel film di fantascienza Oblivion del 2013 e nel film del 2016 Crazy Dirty Cops. Inoltre ha ispirato il capitolo “Fattoria” del videogioco del 2020 The Last of Us Part II.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.