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I Gessi dell’Emilia Romagna sono Patrimonio Unesco

Last Updated on 20/09/2023

I Gessi dell’Emilia Romagna sono Patrimonio Unesco. La notizia arriva da Riyadh, al termine della sessione organizzata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per la scienza e la cultura

Gessi dell’Emilia Romagna sono Patrimonio Unesco. La notizia arriva da Riyadh, capitale dell’Arabia Saudita, al termine della sessione organizzata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per la scienza e la cultura.

Il sì della sessione è arrivato nel primo pomeriggio di ieri: la Vena del Gesso romagnola, i Gessi bolognesi e di Zola Predosa, le Evaporiti di San Leo e la grotta di Onferno nel riminese, l’Alta valle del Secchia e la Bassa collina reggiana sono dunque Patrimonio dell’Umanità, sotto la dicitura ‘Carsisimo evaporitico nelle grotte dell’Appennino settentrionale’.

Per l’Italia è il quinto habitat di tipo naturale riconosciuto Patrimonio Unesco

Per l’Italia è appena il quinto habitat di tipo naturale riconosciuto Patrimonio Unesco, dopo le Dolomiti, l’Etna, le Eolie e le Faggete vetuste dell’Appennino (un sesto ambiente, il sito fossilifero di Monte San Giorgio, è per gran parte in territorio svizzero).

L’Italia ha ben 59 siti iscritti nella Lista del patrimonio Mondale Unesco

Sono orgoglioso. Con il ‘Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell’Appennino Settentrionale’, un meraviglioso sito naturale la cui candidatura è stata promossa dalla Regione Emilia Romagna con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, l’Italia ha ben 59 siti iscritti nella Lista del patrimonio Mondale UNESCO confermandosi il Paese più bello del mondo”. Lo ha dichiarato il Sottosegretario alla Cultura con delega all’Unesco, Gianmarco Mazzi.

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