La fotografia di Gina Lollobrigida, cinque scatti della Bersagliera
Ad un anno dalla sua morte, intendiamo ricordare Gina Lollobrigida non in quanto attrice, diva immortale o pittrice, ma per la sua, ancora poco conosciuta, passione per la fotografia
Ad un anno dalla sua morte, intendiamo ricordare Gina Lollobrigida (Subiaco, 4 luglio 1927 – Roma, 16 gennaio 2023), non in quanto attrice, diva immortale o pittrice, ma per la sua, ancora poco conosciuta, passione per la fotografia. Attraverso i suoi scatti la “bersagliera” del cinema italiano ha saputo descrivere situazioni, luoghi e soprattutto umanità. Gina ha coltivato la passione per la fotografia sin dal suo esordio nel mondo del cinema e non solo perché studiava all’Accademia di Belle Arti di Roma.
La sua prima mostra al Museo Carnavalet di Parigi nel 1980
Le sue doti artistiche e fotografiche sono state riconosciute sin da subito, indipendentemente dalla sua carriera da attrice. Il suo sguardo sul mondo e sulle persone era diretto e particolare e sapeva trasmettere emozioni autentiche. La sua prima mostra al Museo Carnavalet di Parigi nel 1980 le fece conquistare la Medaglia d’Oro della Città di Parigi, conferitale dall’allora sindaco Jacques Chirac.
Nel 2002 espone al Pushkin Museum of Fine Arts di Mosca e nel 2003 al Musée de la Monnaie di Parigi.
Poi, nel 1992, ottiene la Legion d’Honneur da François Mitterand per la sua attività di attrice e artista; nel 2002 espone al Pushkin Museum of Fine Arts di Mosca e nel 2003 al Musée de la Monnaie di Parigi. Un anno dopo è protagonista all’Open di Venezia, mentre nel 2008 inaugura la sua retrospettiva a Pietrasanta con sculture, disegni e fotografie. Fino al 2009 quando la sua città d’adozione, Roma, l’ha accolta a Palazzo delle Esposizioni dandole spazio nella mostra “Gina Lollobrigida fotografa” a cura di Philippe Daverio.
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Di origini salentine, vivo e lavoro a Roma dal 2005. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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