La “mostra dei mostri” di Mirco Campioni, tra arte, fumetti e cinema
Last Updated on 23/03/2019
Ha aperto la nuova mostra personale dell’artista e tatuatore bolognese Mirco Campioni. “Mr. Monsters”, questo il nome dell’esposizione, è ospitata presso l’Atelier Montez, a Roma, sino a venerdì 8 giugno. Un vernissage d’eccezione per una mostra imperdibile: l’apertura si è arricchita di performance live, dell’artista e col pubblico, nonché photo-performance, sculture “al bacio” e dj-set “techno-monsters” fino a notte fonda. E il libro degli ospiti, come se non bastasse, è in vera pelle, e si firma con una “penna” da tatuatore. Bellissimo anche l’allestimento, con le tele sospese in aria a più altezze, tra splendidi giochi di luce.
Le opere in mostra
I fumetti diventano mostri, i capolavori più iconici dell’arte si fondono con i celebri villains cinematografici, mentre lo Stormtrooper di Star Wars ribalta la storia, sia quella dell’uomo che quella dell’arte. Un omaggio, reso arte, alla cultura pop degli anni Settanta e Ottanta, con citazioni culturali disseminate, spesso anche nascoste, in tutte le sue opere, tra tele, oli e sculture.
La bambola cult degli anni Ottanta si fa “assassina”, il Goldrake “vitruviano”, l’iconico Dracula di Bela Lugosi si veste da Topolino, Nightmare di Wes Craven, invece, da Super Mario Bros. Spazio anche ai collage, dove i poster dei più grandi film della storia del cinema si sovrappongono assumendo nuove forme e realtà. Le contaminazioni pop messe in atto da Mirco Campioni non risparmiano campi ben più sacri e cerimoniosi. Così la Gioconda si fonde con la Wonder Woman del telefilm cult anni Settanta, la Donna con l’Ermellino assume le fattezze della sexy Catwoman di Michelle Pfeiffer, il David di Michelangelo indossa l’elmetto di Darth Vader di Star Wars.
L’evento
L’apertura al pubblico era prevista alle 18, ma già alle 17 i primi curiosi accorrevano per visitare “la mostra dei mostri”. Verso le 19 il benvenuto di Gio Montez, titolare dell’Atelier Montez, la presentazione di Giancarlo Carpi e l’intervento dell’artista Mirco Campioni.
In programma dj-set e performance
Dalle 19:30 in poi il vernissage si è acceso con cinque performance: la “tattoo-azione”, una performance di scrittura sul corpo di Gio Montez e Mirco Campioni; “vandalism”, live painting su scultura StormTrooper; “Kiss my monster”, dove il pubblico, uomini e donne, è stato chiamato a baciare la scultura di “Mario Krueger” di Mirco Campioni, con tanto di rossetto; “il libro delle presenze in vera pelle”, dove le firme-ricordo sono dei veri e propri tatuaggi, realizzati con il supporto di personale esperto; il “Mario Krueger flashmob”, dove un centinaio di persone, tra tutti gli ospiti presenti, hanno potuto indossare la maschera fornita all’ingresso per far parte della photo-performance di gruppo.
Dalle 22, invece, spazio alla musica con i “Techno-Monsters”, Vj & DJ Set a cura di Black Soviet Music Department, fino a notte inoltrata.
Foto di Alessandro Consoli e di Uozzart
Un messaggio di libertà
Il celebre Stormtrooper della saga di Star Wars di George Lucas è uno dei più ricorrenti personaggi all’interno delle sue opere. A volte lo uccide, a volte lo inneggia, altre insorge. Un replicante, questo, che intente simboleggiare l’uomo e quel desiderio di riscossa dalla quotidianità. Elevandolo dalla massa, divenendo scintilla di ribellione e sinonimo di riscossa. Nelle sue tele, infatti, si prende rivincite inaspettate e ribalta i blasonati modelli di pittura e bellezza degli scorsi secoli. E così si trova con il canestro di memoria caravaggesca o recide il capo dell’Oloferne gentilesco.
Chi è Mirco Campioni
Classe 1985, Mirco Campioni nasce a Bologna, segue gli studi artistici e inizia sin da giovanissimo a confrontarsi artisticamente tra concorsi e kermesse in giro per l’Italia. Tatuatore di professione, con largo seguito anche sui social, quelle che realizza sulla pelle sono piccole opere d’arte, talvolta momento di ricerca, altre conclusione di un progetto, ma sempre strettamente collegate con la sua matrice artistica. Uno stile, il suo, che fonde l’iperrealismo proprio di maestri del Rinascimento e del Classicismo con la cultura Pop di Warhol o del fotografo Man Ray, muovendosi tra tele di piccole e grandi dimensioni e sculture simili ma mai uguali. Oggetti della sua ricerca sono i suoi miti generazionali, quelli con cui è cresciuto, quelli che sono stati protagonisti dei suoi sogni. E, soprattutto, dei suoi incubi.
“La pittura e le arti visive – spiega l’artista – mi hanno portato al tatuaggio, e in parallelo il tatuaggio mi sta riportando alla pittura. Sono due mondi molto diversi tra loro ma allo stesso tempo molto simili, mi danno entrambi emozioni e stimoli diversi ma accomunano entrambi al loro interno la mia creatività. Diciamo che al momento devo sezionare la mia vita e la mia mente in due parti per potere dare il meglio in entrambi i campi, ma l’obiettivo è quello di poter far coesistere le due realtà fondendole tra di loro. Ci sto lavorando da un po di tempo e spero un giorno di poter dar vita ad un qualcosa di nuovo che leghi inossidabilmente queste due parti di me”.
La location
Atelier Montez, sito in via di Pietralata 147/a a Roma, è una fabbrica dell’arte contemporanea nata nel 2012 dalla riqualificazione di un relitto urbano fra la Riserva Naturale dell’Aniene e la periferia storica di Roma, Pietralata, realizzata su progetto dell’Artista Gio Montez, Giacomo Capogrossi e dell’Architetto Francesco Perri. Aperto tutti i giorni, eccetto il lunedì, dalle 18 alle 22.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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