Aladdin, un film da “Mille e una notte”: la recensione
Last Updated on 24/05/2019
Arriva nelle sale italiane l’attesissimo remake di ‘Aladdin’ diretto da Guy Ritchie. Ed è già un successo

Arriva nelle sale italiane l’attesissimo remake di ‘Aladdin’ diretto da Guy Ritchie. Ancora una volta la Disney porta sul grande schermo un suo classico degli anni 90 in versione live action. Il regista rivisita la sceneggiatura del cartoon del 1992 firmata da Ron Clements e John Musker, liberamente tratta a sua volta da una fiaba popolare del Medio Oriente contenuta nella raccolta de “Le Mille e Una Notte”. E’ una storia senza tempo che parla di due sentimenti universali: l’amore e l’amicizia.
Mercoledì il remake live-action ha debuttato con ben 735mila euro. Una cifra di poco inferiore all’esordio di Captain Marvel di qualche mese fa (782mila euro) e circa 150mila euro in meno dell’esordio di La Bella e la Bestia (893mila euro).
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Il cast di Aladdin
Protagonisti di questa versione umanizzata di ‘Aladdin’ sono un superbo Will Smith, che non risparmierà momenti comici nei panni del ‘Genio della Lampada, Naomi Scott (per intenderci la Pink Rangers nel film ‘Power Rangers’ del 2017), meno affascinante della versione cartoon ma sicuramente adatta al ruolo. Infine , l’improbabile attore egiziano Mena Massoud nel ruolo di Aladdin.
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La trama di Aladdin
Le strade di Agrabah sono la casa di Aladdin (Mena Massoud), un amabile ragazzo di strada ansioso di abbandonare la propria vita da furfante poiché convinto di essere destinato a qualcosa di più grande. Dall’altra parte della città la figlia del Sultano, la Principessa Jasmine (Naomi Scott), coltiva a sua volta i propri sogni. Desidera una vita fuori dalle mura del palazzo e vorrebbe utilizzare il proprio titolo nobiliare per aiutare gli abitanti di Agrabah.
Ma suo padre è troppo protettivo e la sua dama di compagnia Dalia (Nasim Pedrad) non la perde mai di vista. L’obiettivo del Sultano (Navid Negahban) è trovare un marito adeguato alla figlia. Mentre il suo leale e fidato consigliere, il potente stregone Jafar (Marwan Kenzari), è frustrato dall’atteggiamento passivo del Sultano nei confronti del futuro di Agrabah. Quindi escogita un piano per impadronirsi del trono.
Quando Jasmine visita il mercato travestita da popolana, Aladdin viene in suo soccorso e rimane subito colpito dalla sua bellezza e dal suo spirito impetuoso, pur non avendo alcuna idea della sua vera identità. Dopo averla seguita a palazzo, viene coinvolto nel piano malvagio di Jafar ed entra in possesso della magica lampada a olio di cui lo stregone voleva impadronirsi.
Accidentalmente Aladdin evoca il Genio (Will Smith) che vive all’interno della lampada. Il Genio è un essere pittoresco e straordinario ed esaudisce il desiderio di Aladdin, che vuole diventare una persona degna dell’amore di Jasmine e del rispetto del Sultano. Ossia il principe Alì. Mentre Aladdin e il Genio diventano amici, anche Jasmine subisce il fascino del ragazzo. Insieme i due si imbarcheranno in una pericolosa ed elettrizzante avventura, che metterà alla prova la loro fiducia in se stessi e l’amore che nutrono l’uno per l’altra.
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Il nostro commento
Il regista, Guy Ritchie, riesce parzialmente nell’opera di modernizzazione del classico Disney. La sceneggiatura appare anacronistica e quasi completamente fedele alla versione cartoon di Ron Clements e John Musker. Il film non sembra apportare nulla di nuovo tranne per due aspetti, che sembrano rispecchiare l’epoca in cui viviamo: il genio-schiavo di colore impersonato da Will Smith che sembra continuare sulla linea aperta da Black Panther che tanto è sentita dagli americani, sulla liberazione dei neri; e una Jasmine non più splendida e volitiva, ma una donna moderna che rivendica la sua indipendenza e la sua volontà di voler regnare indipendentemente dal poter trovare marito.
Questa versione femminista sembra un pò forzare la mano. I dialoghi sembrano quasi banali e passano in secondo piano rispetto alla velocità delle scene. Ritchie riesce comunque a rendere magnifico l’inseguimento per il mercato, ma gli attori appaiono poco credibili. Per i nostalgici non mancano i momenti musicali, ma male si alternano ai momenti d’azione. Troppo marcati i colori dei costumi che male si accostano alle ambientazioni ben ricostruite della città fantastica di Agrabah.
Superba l’interpretazione di Will Smith che, aldilà della metamorfosi cinematografica nel tanto amato “genio”, dimostra ancora una volta il suo essere eclettico e trasformista.
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Classe 1988, consulente di comunicazione. Dopo la maturità classica e la laurea in Legge ho iniziato a lavorare come ufficio stampa presso la Fondazione Ducci, per poi intraprendere la carriera nelle pubbliche relazioni e nella organizzazione di eventi. Fin da piccolo sono sempre stato una persona molto curiosa e questo mi ha portato ad appassionarmi ad ogni forma di arte. Amo la letteratura russa (Dostoevskij, Tolstoj, Bugalkov) e l’arte classica. E ho una passione per il cinema americano (Martin Scorsese, Woody Allen, Clint Eastwood) e francese (Xavier Dolan, Denis Villeneuve).
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