Alla scoperta di Palazzo Braschi, da proprietà papale a luogo per senzatetto
Sito nel cuore rinascimentale di Roma, il noto e bellissimo Palazzo Braschi venne progettato dall’architetto imolese Cosimo Morelli (1732-1812) per incarico di Papa Pio VI

È sito nel cuore rinascimentale di Roma, tra Piazza Navona e Corso Vittorio Emanuele II, il noto e bellissimo Palazzo Braschi. L’edificio venne progettato dall’architetto imolese Cosimo Morelli (1732-1812) per incarico di Papa Pio VI (1775 – 1799). L’obiettivo di quest’ultimo era quello di donarlo al nipote, Luigi Braschi Onesti.
Per realizzarlo si fece uso delle ricchezze che il Pontefice fece affluire nelle casse del nipote Luigi, grazie all’attribuzione spregiudicata di numerosi privilegi. Palazzo Braschi rappresenta dunque una delle ultime testimonianze di nepotismo pontificio, prima del cambiamento indotto dalla Rivoluzione francese.

La storia del palazzo
La costruzione del nuovo edificio inizia nel 1792 sulla stessa area del quattrocentesco palazzo Orsini, fatto demolire l’anno precedente. I lavori si interrompono per l’occupazione francese del 1798 (durante la quale papa Pio VI muore in esilio) e riprendono nel 1802. Già nel 1804 lo scalone monumentale è ultimato e forse anche la cappella del primo piano, attribuita a Giuseppe Valadier (1762-1839).
I problemi economici del duca Luigi Braschi Onesti non permettono di completare le decorazioni del palazzo che alla sua morte, nel 1816, rimangono parzialmente incompiute.
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Nel Palazzo vi alloggiarono anche 300 famiglie di senzatetto
Nel 1871, gli eredi Braschi vendono il palazzo allo Stato Italiano,che lo utilizza inizialmente come sede del Ministero dell’Interno. E, successivamente, come sede di varie istituzioni fasciste. Dopo la guerra (fino al 1949) vi alloggiano trecento famiglie di senzatetto e diviene luogo di numerose demolizioni e ruberie.
Dal 1952 è sede del Museo di Roma, ma soltanto nel 1990 la proprietà del palazzo passa all’Amministrazione capitolina. Chiuso per inagibilità nel 1987, riapre al pubblico nel 2002. Mentre nel 2017 si inaugura il nuovo allestimento.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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