Ilian Rachov, artista “per sbaglio”: “Ho iniziato a disegnare per esigenza”
Last Updated on 21/02/2020
A livello internazionale Ilian Rachov è famoso come il designer di Versace, essendo stato per anni creatore dei suoi numerosi design in stile barocco, utilizzati ancora oggi dalla Maison. Eppure il suo lavoro, appassionato, da artista nasce “quasi” per caso…

Nel mondo è famoso come il designer di Versace, essendo stato per anni creatore dei suoi numerosi design in stile barocco, utilizzati ancora oggi dalla Maison. Ma Ilian Rachov, nato a Sofia, in Bulgaria, ma “romano” da anni, è essenzialmente artista e pittore. Ha iniziato la sua attività artistica nel 1989 come autodidatta. Affascinato da sempre dalla storia millenaria, le sue prime opere non potevano che essere icone ortodosse. E l’arte figurativa non poteva non essere legata ai concetti classici di bellezza. Seppur sviluppati in chiave contemporanea.
Negli ultimi anni ha collaborato con aziende importanti come Silvio Fiorello e Alembert Design. Creando anche diverse sue collezioni di abbigliamento, jeans e accessori di seta. Ultimamente, invece, ha curato la mostra “Australian Soul”, personale dell’artista bulgaro-svizzera Miglena Savova Auclair, presso la galleria romana LuxArt Gallery, a Trastevere. Visitabile sino al 1° marzo 2020.
Le opere in mostra
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Abbiamo posto cinque domande a Ilian Rachov per raccontare il suo stile e per conoscere i suoi inizi…
Cosa è l’arte per te?
Per me Arte significa bellezza, magnificenza, armonia. E’ ciò che aiuta le persone nella vita quotidiana. Ciò che apre la mente di chi la guarda. E ciò che crea stupore dinanzi a una bellezza indescrivibile e irraggiungibile. Basti guardare il Ratto di Proserpina di Bernini o le Madonne di Raffaello, o le tele gigantesche e coloratissime di Rubens per capire che oggi, purtroppo, non c’è nessuno che abbia la loro forza e talento. Noi siamo soltanto studenti di prima elementare al confronto.
Qual è stato, nonché come e quando, il tuo primo approccio, seppur primordiale, con l’arte?
Fin da bambino mi è sempre piaciuto a sfogliare i libri d’arte perché colorati. Poi, essendo cresciuto in una famiglia di intellettuali, mi hanno trasmesso la cultura necessaria per apprezzare ciò che guardavo. Però il primo approccio diretto è stato quando, a 19 anni, ho perso il lavoro e ho dovuto inventarmene un altro. E siccome le icone ortodosse erano più facili da dipingere per un principiante, ho cominciato proprio da quello. Poi pian piano ho creato il mio stile, ho avuto la fortuna di incontrare persone che mi hanno insegnato e addirittura influenzato il mio stile. Ho imparato molto anche dai miei clienti, grazie alle loro richieste.
Come nascono le tue opere e come le sviluppi, dalla fase dell’ideazione a quella della realizzazione?
La maggior parte delle mie opere nasce in quanto commissionate da qualcuno. Sono un pittore professionista e lavorando su commissioni certe volte sono soltanto la mano che realizza, nonché la mente e l’esperienza che consiglia. Ovviamente in ogni quadro, affresco o icona che creo ci sono io. Ogni piccolo trattino è realizzato con la mia mano. Non potrei dire lo stesso per la combinazione e le sfumature dei colori: certe volte mi sembra che qualcuno o qualcosa mi faccia decidere quale sia il colore giusto.
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Quali sono i tuoi riferimenti artistici?
Sempre e soltanto i migliori. Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Rubens, Van Dyck, Albreht Adolfter, Simone Martini, Duccio di Buoninsegna, Andrea Mantegna, Guercino, Pietro da Cortona, Zahari Zograf, Dimitar Zograf. Anche alcuni minori, addirittura anonimi, che però hanno creato dei capolavori dimenticati e sconosciuti.
Tre opere (tue) a cui sei più affezionato e perché. (Da allegare alla mail con relativa didascalia).
Considerando che ho dipinto più di 3000 opere tra icone, ritratti, quadri ad olio e affreschi, è difficile rispondere. Però alcune mi sono rimaste nel cuore.
Il San Giorgio al cavallo che combatte col drago. Una mia interpretazione di un quadro di Rubens. Ho dipinto almeno 5/6 varianti e proprio in questo periodo ne sto terminando un’altra.
Mi piace molto un piccolo ritratto della Principessa Grace Kelly in profilo con sfondo dorato. L’ho creato in due soli giorni con grande gioia artistica.
Sono affezionato anche ad una icona, creata dal nulla, di una Madonna col bambino che cerca di abbracciare la mamma che lo sta guardando dall’alto. Ne ho dipinto forse più o meno 30 varianti per diversi clienti privati o per chiese. Addirittura Dolce & Gabbana, un anno fa, hanno utilizzato illegalmente una delle varianti con la Madonna vestita di rosa. Siamo ancora in causa.
Dei numerosi ritratti che ho dipinto sono certamente orgoglioso del ritratto dell’attrice Penélope Cruz. L’ho conosciuta anche dal vivo. Ho addirittura partecipato in un film con lei e Sergio Castellitto. Un altro ritratto aulico è stato quello del Principe Alberto II di Monaco. Però il ritratto dei ritratti è e sarà sempre La Gioconda. Ogni tanto, da quando vivo a Roma, mi viene voglia di dipingere l’antichità. Sono nati così il grande quadro con la testa di Medusa Rondanini oppure Aquila Imperiale.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.