Clint Eastwood, 90 anni di leggenda: cinque suoi grandi film da rivedere assolutamente
Last Updated on 26/03/2021
Clint Eastwood, una vera e propria leggenda di Hollywood, compie 90 anni. Attore, regista e produttore, nella sua lunghissima carriera ha diretto circa quaranta film e ha vinto anche 5 premi Oscar. Ecco i suoi cinque film che più di tutti meritano di essere visti (e rivisti)…

Clint Eastwood, una vera e propria leggenda di Hollywood, il 31 maggio 2020 compie 90 anni. Attore, regista e produttore, nella sua lunghissima carriera ha diretto circa quaranta film, molti più quelli dove ha interpretato personaggi spesso cattivi. E ha vinto anche 5 premi Oscar, di cui due volte accoppiata miglior film e miglior regia. Ecco i suoi cinque film (difficilissimo sceglierne solo cinque) che più di tutti meritano di essere visti (e rivisti)…
American sniper (2015) con Bradley Cooper, Sienna Miller e Luke Grimes

Clint Eastwood porta il suo cinema direttamente dietro la lente dell’ottica di un fucile da precisione, quello del soldato-leggenda dei Navy Seals, Chris Kyle (Bradley Cooper). È la guerra in Iraq contro il terrorismo il campo di battaglia su cui viene versato il sangue del nemico e quello dei compagni americani. In un alternarsi di attese, colpi e morte la tensione raggiunge apici altissimi. Al punto in cui il fiato dello spettatore si arresta al tempo del ritmo cardiaco del soldato prima dello sparo.
Qui la semplicità della regia diviene funzionale alla realizzazione estetica della desolazione, sia nella propria casa che sul campo di battaglia. Un’immagine pulita quindi grazie alla quale possiamo assistere con chiarezza formale alla degenerazione privata dell’uomo-eroe, Chris. Simbolo di un America i cui valori risiedono nell’esaltazione violenta del bene. Come insegna il patriottismo a stelle e strisce del padre: il cane pastore che aiuta le pecore indifese dall’attacco lupi. Un film dunque che esplora dall’interno le folli e atroci dinamiche della guerra, restituendole al pubblico in tutta la loro sporca sincerità.
Mystic River (2003) con Sean Penn, Kevin Bacon e Tim Robbins

Eastwood compie un disegno cinematografico la cui linea marcata non lascia spazio al compromesso emotivo di un felice finale, ma testimonia l’ineluttabilità del destino. La storia di un passato traumatico, quello che vede il giovane Dave Boyle (Tim Robbins) vittima di violenza sessuale, incontra drammaticamente la vita presente sua e dei suoi due amici: Jimmy Markum (Sean Penn) e Sean Devine (Kevin Bacon) I tre uomini cresciuti infatti dovranno mettere in discussione le loro vita, a causa dell’omicidio brutale della figlia di Jimmy. Seguendo così le trame misteriose che celano la verità in una paranoica e tesissima indagine privata. Un noir che va a fondo nella psiche mettendo in scena l’umanità della sofferenza e le sue implicazioni sulla realtà. Sono infatti l’odio, l’angoscia ma soprattutto la vendetta i tratti che serpeggiano e vibrano nelle corde esistenziali dei personaggi della storia. Un cult assoluto dipinto sui volti stessi degli interpreti, capaci di dare estrema profondità umana ai caratteri. Maestri, grazie all’emblematico sostegno registico, nel liberare le verità dello spirito in un graduale crescendo di cupo e rarefatto mistero.
Gran Torino (2008) con Clint Eastwood, Scott Eastwood e Ahney Her

In questo film assistiamo ad un grandissimo Clint Eastwood nelle vesti di Walt Kowalsky, un reduce dalla guerra della Corea, il cui spirito sembrerebbe vacillare nella solitudine dell’odio e nel disinteresse per la vita; eccetto che per la sua macchina- gioiello, la gran Torino. Tuttavia un uomo che ha combattuto per difendere non dimentica i valori che gli sono più cari. Ecco dunque che i suoi gesti in difesa dei più deboli tra la comunità cinese del suo vicinato, lo riavvicinano alla gioia della vita, se pur tragicamente segnata. La gran Torino leggendaria macchina simbolo del vuoto potere capitalistico, ma anche ancoraggio della memoria del passato, non sarà quindi l’unica fonte d’amore vicina a Walt. La macchina incontra dunque il cuore umano, il passato e il futuro, così come l’odio incontra l’integrazione. Un film che insegna elegantemente a difendere l’ideale della giustizia in nome dell’umanità.
Million dollar baby (2004) con Clint Eastwood, Hilary Swank e Morgan Freeman

Dalle battaglie in nome dell’universale difesa dei più deboli e della giustizia sul campo di guerra a quella privata e tragica compiuta sul ring. Il film racconta la storia della gloriosa ambizione di Maggie Fitzgerald (Hilary Swank) legata al sogno di conquistare, con l’aiuto del suo manager Franky Dunn (Clint Eastwood), il titolo di campionessa di pugilato. Non senza remore da parte del manager inizia un rapporto tra i due che commuove per la forza della sua vitale semplicità. Ricorda infatti il rapporto di un padre con una figlia. IL dramma tuttavia si abbatte improvviso in un incontro, segnando per sempre la realtà della vita del pugile. Fa male assistere al vento che soffia via crudelmente e disinteressato la gioia della speranza per sempre. Clint Eastwood mostra questo male regalando un capolavoro in cui è la vita ad essere protagonista. Qui il tema delicato dell’eutanasia è affrontato senza paura, ma con il coraggio di chi sa osservare da vicino l’anima umana e i suoi diritti.
Il corriere- the mule (2018) con Clint Eastwood e Alison Eastwood

Tratto apertamente da una storia vera, quella raccontata dal giornalista Sam Dolnik nell’articolo del new York Time The Sinaloa Cartel’s 90-Year-Old Drug Mule. È ancora un veterano, della seconda guerra mondiale, Earl Stone (Clint Eastwood), ad essere soggetto e protagonista del racconto. Tuttavia questa volta la mitologia dell’uomo leggenda pronto a sfidare il mondo si macchia con il crimine. L’efficiente e anziano Earl reclutato dal cartello di Sinaloa come corriere della droga sfreccia per le strade con quella gelida calma che non abbandona l’icona Eastwoodiana. Se pur ormai anziano l’attore e regista parla ancora di sé attraverso la sua immagine, ricca del suo passato ma anche brillantemente presente nella sua contemporaneità. Alle prese con la legge, questa volta non dalla sua parte, e con la pericolosissima violenza del cartello. Affronterà senza scadere nel caos della paura le conseguenze delle sue scelte.
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Classe 1996 , laureato presso la facoltà di lettere e filosofia. Il mio interesse per l’arte, declinata nella forma dell’immagine, ha suscitato in me il desiderio di osservarla e amarla attraverso una continua ricerca e analisi delle sue forme e significati. Influenzato dalla magia del rito teatrale ricerco nel cinema quella stessa capacità di trasportare lo sguardo dello spettatore aldilà della rappresentazione.
Aggiungerei Di nuovo in gioco, ma probabilmente non l’hai citato perché hai preso in considerazione solo i film che ha anche diretto. Riguardo a Il corriere, Andy Garcia ha spaccato anche in Bent – Polizia criminale: l’hai visto?
Due su tre coincidono con i miei. Io ho fatta una classifica per decadi, uno per ogni decennio. Resta il fatto che gli ultimi 20 anni sono stratosferici e molto più ricchi dei primi 20. Io una menzione per Bird e Gli spietati la farei. Ma sono gusti personali. Se ti va di fare un salto sul mio blog potrai trovare la mia lista. Buon pomeriggio. Fritz.