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Cento anni di genialità: 10 piccole grandi curiosità su Alberto Sordi

Il 15 giugno del 1920 nasceva a Roma Alberto Sordi. Una carriera di circa 200 film, scandita da 7 David di Donatello, 4 Nastri d’Argento, un Leone d’Oro. Ecco dieci curiosità su Alberto Sordi, sull’uomo e sull’attore: dalle sue umili origini all’esperienza fallimentare al nord, dal debutto cinematografico come comparsa alle prime esperienze da doppiatore.

Cento anni di genialità e di italianità: il 15 giugno del 1920 nasceva a Roma Alberto Sordi. Una carriera di circa 200 film, 7 David di Donatello, 4 Nastri d’Argento, un Leone d’Oro e il titolo di Cavaliere di Gran Croce. Rappresentando i vizi e le virtù del Belpaese e di Roma, e proponendo un un ritratto completo di quell’Italia che va dalla Seconda guerra mondiale a quella di fine Novecento. Ecco dieci curiosità su Alberto Sordi, sull’uomo e sull’attore.

I suoi genitori

Alberto Sordi nacque il 15 giugno 1920 in via San Cosimato 7, nel rione di Trastevere, ultimo figlio di Pietro Sordi, professore di musica e strumentista, titolare della tuba contrabbassa dell’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, e di Maria Righetti, insegnante elementare.

Le umili origini

Da piccolo sperava che la Befana gli portasse una bicicletta, ma i suoi genitori non se la potevano permettere. E si accontentava anche di una piccola palla di gomma. Desiderava diventare come quei signorotti che mangiavano il gelato la domenica mattina al Caffè Aragno alla Galleria Colonna.

Le marionette e i soprannomi di Alberto

Trascorse parte dell’infanzia nella cittadina di Valmontone e frequentò la scuola elementare “Armando Diaz”. Da bambino si improvvisava burattinaio riadattando i pantaloni dei compagni delle classi inferiori. A tutti i suoi amici più cari affidò un soprannome: Er Capoccione, Lilletto, Er Caghetta, Peppino Er Sordo e Lo Sfasciacarrozze.

La sua passione per il canto e per la musica

Cantò inoltre come soprano nel coro di voci bianche della Cappella Sistina, fino alla precoce trasformazione della voce in basso. Studiò canto lirico e si esibì sulla scena operistica per un certo periodo della giovinezza.

Il suo trasferimento fallimentare al Nord

Dopo una parentesi fallimentare nel nord, terminata in anticipo a causa del suo dialetto, nel 1937 trovò lavoro come comparsa a Cinecittà, apparendo nel film kolossal Scipione l’Africano in un ruolo da generico soldato romano.

Il modello di Sordi era Mario Bonnard

Sordi vide Bonnard per la prima volta ad uno spettacolo di Petrolini, ma lo conobbe grazie all’antiquario Apolloni.

La sua carriera da doppiatore

Nello stesso anno vinse un concorso indetto dalla Metro-Goldwyn-Mayer per doppiare la voce di Oliver Hardy. Fu anche la voce di Bruce Bennett, Anthony Quinn, John Ireland, Franco Fabrizi, Marcello Mastroianni e Vittorio De Sica.

Il debutto in radio

Nel 1946, ispiratosi agli ambienti dell’Azione Cattolica, ideò la sua satira radiofonica dei personaggi de I compagnucci della parrocchietta, dal caratteristico parlato nasale e atteggiamento da “persona come si deve”.

“Scapolone”, come in molti suoi film

Non si è mai sposato. Ci si avvicino, certo, ai tempi di Uta Franzmeyer. Fissarono anche la data ma, preso dal panico, Alberto chiese al suo amico Bettanini di riferire alla famiglia di lei che “quest’anno non possiamo sposarci perché siamo molto occupati”. Un altro importante legame, lungo nove anni, lo ebbe con Andreina Pagnani. Anche in questo caso niente nozze. Il legame più forte lo ebbe con la madre, di cui l’attore aveva un ricordo “venerabile”.

Non divenne, purtroppo, mai padre.

Nel 1966 dichiarò che, a 46 anni, non avrebbe ormai potuto insegnare nulla a un figlio e che i suoi figli erano i suoi film. Una scelta di cui, si vocifera, si pentì negli ultimi anni di vita.

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