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Il dipinto del 1863: la scandalosa “Colazione sull’erba” di Édouard Manet

Fu il pittore francese Édouard Manet, nel 1863, a realizzare il dipinto Colazione sull’erba o Le Déjeuner sur l’herbe, oggi custodito presso il museo d’Orsay di Parigi. L’opera fu al centro di uno dei più clamorosi scandali artistici della storia…

Fu il pittore francese Édouard Manet, nel 1863, a realizzare il discutissimo dipinto Colazione sull’erba o Le Déjeuner sur l’herbe. Oggi questo è custodito presso il museo d’Orsay di Parigi. L’opera fu al centro di uno dei più clamorosi scandali della storia dell’arte.

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L’opera provocò profonda indignazione

La donna nuda che il dipinto raffigura provocò profonda indignazione negli animi benpensanti della borghesia di Parigi, che tacciò l’intero quadro di una scandalosa «indecenza». Comunque le Accademie di tutto il mondo studiarono a fondo il nudo, che divenne uno dei temi più accettati e consueti dell’intera storia dell’arte. Innumerevoli, infatti, sono gli artisti che si sono confrontati proprio con il nudo. Ecco, pensiamo a Sandro Botticelli, con la Nascita di Venere, del 1482-1485 e poi a Diego Velázquez con Venere Rokeby del 1648 circa, passando ancora al veneratissimo Jean-Auguste-Dominique Ingres. Le stesse due fonti iconografiche che utilizzò il Manet, il Concerto campestre e il Giudizio di Paride, raffiguravano nudi.

La reale pietra dello scandalo

Il motivo dello scandalo, tuttavia, non riguardava la scelta del tema, bensì la presenza della giovinetta nuda accanto ai due uomini vestiti. Una tale immagine non risultava giustificata da qualche pretesto mitologico, storico o letterario. La donna che il Manet ha raffigurato non è una ninfa, o un personaggio mitologico, bensì clamorosamente una parigina del tempo. In sovrappiù i due compagni non erano camuffati in paludamenti storici.

Il problema degli “orribili” costumi

Indossavano infatti, «gli orribili costumi moderni francesi» e non abiti classici, o magari vesti rinascimentali. Fu questa l’osservazione che disgustato il critico Hamilton manifestò. Si aggiunse anche il giudizio negativo del pubblico, datosi che Manet, abbandonando il repertorio figurativo accademico, aveva preferito un soggetto contemporaneo, anzi troppo contemporaneo, senza avvalersi di un «sostegno ipocrita del travestimento storico», come sostenne Abate. Accresceva lo scandalo il riferimento al Concerto campestre e al Giudizio di Paride, tanto che, anziché legittimarlo, rendeva il dipinto ancora più scandaloso. Manet si era macchiato dell’orrendo crimine di aver disonorato il modello classico, al quale ognuno era tenuto a riservare venerazione e rispetto. Le polemiche però non si limitarono soltanto all’ordine morale.

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