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Luchino Visconti e il punto di rottura con il modello teatrale italiano

Luchino Visconti è stato uno dei più grandi artisti italiani, sia regista che sceneggiatore. Ritenuto uno dei padri del neorealismo italiano, ha diretto numerosi film a carattere storico. Ma fondamentale è stato anche il suo contributo a livello teatrale…

La leggenda del teatro e del cinema italiano. Luchino Visconti di Modrone, conte di Lonate Pozzolo (2 novembre 1906 – 17 marzo 1976), milanese di nascita e romano d’adozione, è stato uno dei più grandi artisti italiani, sia regista che sceneggiatore. Per il cinema ha firmato capolavori come “Ossessione”, “La terra trema” e “Il Gattopardo”. Ritenuto uno dei padri del neorealismo italiano, ha diretto numerosi film a carattere storico. La sua arte è caratterizzata da una estrema cura delle ambientazioni e dalle dettagliate ricostruzioni sceniche. Ma importante, anzi fondamentale, è stato anche il suo contributo a livello teatrale.

Un punto di rottura per il teatro italiano

Era il 1945 quando Visconti, in un’Italia piegata dalla dittatura e dalla guerra, mette in scena nei teatri uno spettacolo francese intitolato “I parenti terribili” tratto dal drammaturgo e scrittore Jean Cocteau. Fu un importante punto di rottura per il teatro italiano, che si aprirà finalmente verso nuovi repertori e stili inediti. Sfociando nella contemporaneità e nella sperimentazione. È con lui che, assieme a Giorgio Strehler, Paolo Grassi e Silvio d’Amico, nasce il teatro di regia che libererà lo spettacolo teatrale dalla “dittatura del primo attore”, concedendo piena libertà al regista.

Nel suo repertorio Tennessee Williams ed Ernest Hemingway, Carlo Goldoni e William Shakespeare

La sua carriera prosegue con una serie di opere originali e provocatorie. Come “Un tram che si chiama desiderio” di Tennessee Williams, “Quinta Colonna” di Ernest Hemingway, “Morte di un commesso viaggiatore” di Arthur Miller. Dimostrando di saper affrontare anche opere dell’avanguardia francese, tematiche di denuncia sociale, proposte di aperture mentali e culturali. Attirando, però, lo sdegno e le critiche di benpensanti e tradizionalisti. Nonostante ciò non disdegna i classici, come Carlo Goldoni, William Shakespeare e Anton Cechov, rendendone le opere comunque più moderne. E si confronta anche l’opera lirica, da Verdi a Bellini, grazie alla sua grande passione per la musica.

Visconti. Cinema teatro opera (Italiano) Copertina rigida – Illustrato, di Vittoria Crespi Morbio

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