Man Ray, i sette scatti più belli del fotografo surrealista
Last Updated on 11/02/2021
Pittore e grafico esponente del Dadaismo, autore di film d’avanguardia, Man Ray fu anche un grande fotografo. In questo campo, per tecnica e stile, sposa la rayografia prima e la solarizzazione dopo…

Pittore e grafico esponente del Dadaismo, autore di film d’avanguardia, Man Ray fu anche un grande fotografo. In questo campo, per tecnica e stile, sposa la rayografia prima e la solarizzazione dopo.
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Dalle prime aerografie al Dadaismo
Pittore, fotografo e grafico esponente del Dadaismo, Man Ray, all’anagrafe Emmanuel Radnitzky (Filadelfia, 27 agosto 1890 – Parigi, 18 novembre 1976), fu anche un autore di film d’avanguardia. Come Le retour à la raison (1923), Anémic Cinéma con Marcel Duchamp (1925), Emak-bakia (1926), L’étoile de mer (1928), Le mystères du chateau de dé (1929). Ma è conosciuto soprattutto come fotografo surrealista.
Ha realizzato le sue prime fotografie importanti nel 1918, ma è nel 1919 che dipinge le sue prime aerografie, immagini prodotte con un’aeropenna, uno strumento di ritocco di uso comune per un grafico disegnatore. A New York, con Marcel Duchamp formò il ramo americano del movimento Dada, partito in Europa come un rifiuto radicale dell’arte tradizionale. Ma nel 1921 fece un passo indietro, affermando che “il Dada non può vivere a New York”.
Man Ray scoprì le rayografie per puro caso
Man Ray scoprì per caso le rayografie nel 1921. Mentre sviluppava alcune fotografie in camera oscura, un foglio di carta vergine finì per sbaglio in mezzo agli altri e dato che continuava a non comparirvi nulla, poggiò, adirato, una serie di oggetti di vetro sul foglio ancora a mollo e accese la luce. L’artista ottenne così delle immagini deformate, quasi in rilievo sul fondo nero. Con questo stile poteva sondare ed esaltare il carattere paradossale e inquietante del quotidiano.
Nel 1924, invece, nasce ufficialmente il surrealismo. E Man Ray ne è il primo fotografo. La produzione dei suoi lavori di ricerca va di pari passo con la pubblicazione delle sue fotografie di moda su Vogue. Insieme a Jean Arp, Max Ernst, André Masson, Joan Miró e Pablo Picasso, fu rappresentato nella prima esposizione surrealista alla galleria Pierre a Parigi nel 1925.
Utilizzò sistematicamente per primo la tecnica fotografica della solarizzazione
Verso la metà degli anni Trenta, invece, utilizzò sistematicamente per primo la tecnica fotografica della solarizzazione. Questa consiste in un’inversione tonale che si manifesta durante lo sviluppo di materiale sensibile che è stato soggetto a una sovraesposizione esasperata (almeno mille volte quella corretta). Alcune zone del negativo (appunto quelle solarizzate) risultano perciò, dopo lo sviluppo, positive. Nella stampa avviene ovviamente il contrario: le zone solarizzate risultano negative.
Le sue cinque grandi fotografie
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.