Cento anni di Nino Manfredi: gli esordi, le curiosità, i suoi grandi film
Straordinario interprete, noto per versatilità e umanità, nel corso della sua lunga carriera Nino Manfredi, nato il 22 marzo 1921, ha alternato con successo ruoli comici e drammatici. È considerato uno dei “quattro grandi” della commedia all’italiana…

Era il 22 marzo 1921 quando, a Castro dei Volsci, nasceva Nino Manfredi, all’anagrafe Saturnino Manfredi (scomparso a Roma il 4 giugno 2004). Straordinario interprete, noto per versatilità e umanità, nel corso della sua lunga carriera ha alternato con successo ruoli comici e drammatici. È considerato uno dei più grandi interpreti della commedia all’italiana con Alberto Sordi, Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman, un quartetto al quale è generalmente accostato anche Marcello Mastroianni.
La giovinezza di Nino Manfredi
Nino Manfredi nacque a Castro dei Volsci, un piccolo paese ciociaro situato all’epoca in Provincia di Roma, ma attualmente in provincia di Frosinone. Primogenito dei due figli di Romeo Manfredi e di Antonina Perfili, provenienti entrambi da famiglie contadine, scappa più volte dal collegio religioso in cui è stato iscritto da semiconvittore. Quindi contrae la tubercolosi e viene mandato in sanatorio. Qui, grazie a un’esibizione della compagnia teatrale di De Sica, si innamora della recitazione.
La facoltà di Giurisprudenza e l’Accademia nazionale d’arte drammatica
Per accontentare la famiglia si iscrisse comunque alla facoltà di Giurisprudenza, ma parallelamente dimostrò interesse per il palcoscenico del teatrino della parrocchia della Natività, in via Gallia. Dopo l’8 settembre 1943, per evitare l’arruolamento, si rifugiò per un anno con il fratello in montagna, sopra Cassino. Rientrato a Roma nel 1944 riprese gli studi universitari e, contemporaneamente, si iscrisse all’Accademia nazionale d’arte drammatica. Si laureò nell’ottobre del 1945 con una tesi in diritto penale (93 punti su 110), ma non eserciterà mai la professione. Nel giugno del 1947 si diplomò all’accademia.
Il debutto teatrale di Nino Manfredi
Sempre nell’autunno dello stesso anno fece i suoi esordi al Teatro Piccolo di Roma, sotto la direzione del suo maestro Orazio Costa, nella compagnia Maltagliati-Gassman, per lo più vedendosi affidare ruoli drammatici di autori contemporanei. Passa poi alla scuola del Piccolo Teatro di Milano con Giorgio Strehler e infine, di nuovo a Roma, con Eduardo De Filippo. All’inizio degli anni ’50 la svolta con gli amici Paolo Ferrari e Gianni Bonagura.
I suoi esordi negli anni Cinquanta, tra teatro e televisione
Debutta al cinema alla fine degli anni ’40 con piccole commedie. Alla metà degli anni ’50 ha la prima occasione reale con Antonio Pietrangeli e Mauro Bolognini. Il 1955 rimarrà fondamentale nella sua vita: si sposa con Erminia Ferrari (all’epoca indossatrice), che gli darà tre figli. Nello stesso anno partecipò per la prima volta a due film di rilievo, Gli innamorati di Mauro Bolognini e Lo scapolo di Antonio Pietrangeli.
Altri ruoli cinematografici importanti del periodo furono quello nel film Totò, Peppino e la… malafemmina (1956) e altri ruoli da protagonista nelle commedie Caporale di giornata di Carlo Ludovico Bragaglia e Carmela è una bambola di Gianni Puccini, entrambe del 1958. In televisione esordì nel 1956 nello sceneggiato L’Alfiere diretto da Anton Giulio Majano. Nel 1959 ottenne un importante successo di pubblico con la sua partecipazione a Canzonissima, con la regia di Antonello Falqui.
La svolta decisiva negli anni Sessanta e Settanta
Il decennio successivo promuove Nino Manfredi tra i grandi del cinema. Da “Anni ruggenti” (1962) a “Nell’anno del Signore” (1969), da Dino Risi (“Straziami, ma di baci saziami”) a Ettore Scola (“Riusciranno i nostri eroi”). Negli anni ’70, quindi, il suo momento d’oro: il “mostro” Girolimoni per Damiano Damiani, l’emigrante di “Pane e cioccolata” per Franco Brusati, il baraccato di “Brutti, sporchi e cattivi” ancora con Scola, il prete di “In nome del Papa Re” con Luigi Magni. Sempre negli anni ’70 per Luigi Comencini crea un indimenticabile Geppetto per la versione televisiva di “Pinocchio” (1972) e due anni dopo, grazie a Ettore Scola, l’incontro fra lui, Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli e Stefano Satta Flores per “C’eravamo tanto amati”.
I suoi film da regista
Nel 1962 debuttò anche dietro la macchina da presa con L’avventura di un soldato, un episodio del film L’amore difficile tratto dall’omonima novella di Italo Calvino. Poi l’autobiografico lungometraggio Per grazia ricevuta (1971), col quale si aggiudicò la Palma d’oro per la miglior opera prima al Festival di Cannes e un Nastro d’argento per il miglior soggetto. Ne dirigerà anche un terzo nel 1981, Nudo di donna.
Dal Festival di Sanremo a Linda e il brigadiere
Si intensificano negli anni Ottanta e Novanta le sue collaborazioni in tv, anche sul palco di Sanremo. Si impose, infatti, anche come cantante, portando nella hit parade “Tanto pe’cantà”. Indimenticabile, per i più giovani, il suo brigadiere Saturnino Fogliani nella serie televisiva Linda e il brigadiere (1997-2000). Notevole popolarità Manfredi ha trovato anche come testimonial pubblicitario, basti pensare al caffè Lavazza. Un ictus lo porta in fin di vita e, dopo un rapido succedersi di miglioramenti e ricadute, Nino Manfredi muore a 83 anni il 4 giugno del 2004. L’attore venne sepolto al cimitero del Verano di Roma.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.