Il cinema a Matera, la città risorta dalla sua immagine
Last Updated on 28/04/2021
Il cinema racconta la favolosa realtà di Matera e della sua nuda terra. Svelandone così quell’arcaica bellezza segreta dimenticata dalla storia e forse anche da Dio. Ecco i principali film che sono stati girati nella splendida perla lucana…

Il cinema racconta la favolosa realtà di Matera e della sua nuda terra. Svelandone così quell’arcaica bellezza segreta dimenticata dalla storia e forse anche da Dio.
Matera, la città risorta dalla sua immagine
La città dimenticata dalla storia e forse anche da Dio risorge dalle luci dello spettacolo cinematografico. Il cinema rianima così quella bellezza arcaica e segreta di un luogo abbandonato dalla civiltà e dal futuro. È infatti l’opera dello sguardo meccanico il mezzo attraverso cui le ombre desolate dell’abbandono hanno rivendicato il loro corpo: quindi la loro immagine. Un riflesso dell’ignoto proiettato sullo schermo del popolo. Schermo che ha liberato così l’essenza vitale di un mondo nascosto allo sguardo della storia.
Quindi dalla prigionia di uno spazio e di un tempo inesistenti, perché recisi del diritto di esistere, alla poetica immagine di una viva bellezza. Quella rivolta all’eternità del magico fascino estetico di Matera. Il dispositivo cinema entra allora nelle chiese, nelle caverne e negli angoli più remoti della città. Ne documenta quindi i suoi spettri e le sue magie rivelandone così i misteri radicati nel sangue della nuda terra.
Il rapporto tra il cinema e la città
È il 1908, seguendo l’interpretazione di Morelli, l’anno che battezza la nascita del primo cinematografo della città nella Sala della società Operaia, attuale sede del Cinema Comunale Guerrieri. Matera “ebbe il suo primo e piccolo cinema che per il popolo era meravigliosamente incantevole” (Morelli). Un amore per il cinema prematuro e salvifico. Il quale grazie al suo potere comunicativo ha donato al pubblico la percezione di una nuova realtà. Se pur fondata questa sulla cristallizzazione espressiva, cioè sulla stereotipizzazione culturale di quella realtà degradata negli anni del dopoguerra.
Quindi se Matera con il cinema diviene il soggetto di una riconsiderazione culturale e sociale allo stesso tempo diviene anche l’oggetto dell’opera metamorfica cinematografica. Infatti l’identità della città e del suo popolo entrerà in una relazione di reciproco scambio con la fiorente produzione filmica che ospiterà. Questo in seno alle qualità genetiche che ne contraddistinguono la sua natura estetica. Delle quali l’immagine cinematografica ha fatto tesoro e fortuna. Perché adattabili queste alle necessità della messa in scena e della narrazione drammatica.
La nuova Gerusalemme
Matera è infatti la Gerusalemme di Pasolini nel Vangelo secondo Matteo. Scelta blasfema se si considera la natura “maledetta” con cui era definita negli anni 60-70 l’immagine della città. Ma tale “interpretazione” scenografica sarà anche adottata dal cinema hollywoodiano con “La passione di Cristo” di Mel Gibson (2004). Riprese che hanno restituito una riproduzione spettacolare e fedelmente autentica delle storie a sfondo storico biblico; come appunto quella di “Ben Hur” del 2014 remake del film omonimo del 1959 di William Wyler o quella di “King David” di Bruce Beresford del 1985.
La realtà della città ha quindi ospitato l’immaginazione della storia. Alla quale ha offerto così in sacrificio la natura del suo spazio ritualizzato ed arcaico. Arcaicità che l’occhio meccanico ha saputo penetrare nel profondo. Al punto da trasformare la materia bianca della roccia dei sassi, incarnata e scavata nel selvaggio paesaggio ambientale della Murgia, nella dimora estetica dell’eternità.
Il cinema neorealista a Matera
La città tuttavia non si limita a prestarsi alla riproduzione della fedeltà storica ma assume anche un’altra forma di fedeltà: quella psicologica. “Il demonio”, film del 1963 di Brunello Rondi, esplora infatti la dimensione più celata ed oscura dell’animo grazie alle potenzialità espressive dell’ambiente scenico. Quello di una Matera primitiva. La quale diviene un’espressione stilizzata e simbolica; metafora dell’oblio dell’animo umano e della “miseria psicologica”. Film che fonde quindi la tradizione ritualistica esoterica, cioè quella radicata nella cultura sociale della città, all’analisi scientifica e veritiera. Creando così un prodotto tra l’horror e il documentario. Dove l’ambiente diviene attore e testimone rituale del racconto realistico della possessione. Al punto da trasformarsi percettivamente.
Dalla sacralità quindi della Chiesa rupestre S. Spirito alla Palomba alla sua metamorfosi nella casa o meglio nella caverna del male. La ripresa dello spazio diviene così pura espressione. Perché capace di raccontare con il suo realismo materiale la dimensione dell’irreale e del sentimento, delle paure e dei desideri. È infatti la sinuosità delle strade di Matera, riprese per la prima volta nel film neorealista “La lupa” di Alberto Lattuada, a rievocare le origini ancestrali dell’uomo; il suo legame intimo con la natura e l’appartenenza profonda se pur sofferta alla terra. La città sarà anche oggetto di un estrema attenzione documentaristica ed antropologica. Di grande rilevanza sociale infatti il documentario “Nel mezzogiorno è cambiato qualcosa” di Carlo Lizzani (1950).
Elenco di alcuni dei film girati a Matera:
Dalle produzioni cinematografiche italiane che hanno visto la realizzazione di film nati dalla mente di registi come Alberto Lattuada, Brunello Rondi, Pier Paolo Pasolini, Roberto Rossellini, Gianni Amelio, Francesco Rosi e tanti altre autorevoli personalità del cinema italiano; alle produzioni hollywoodiane con Mel Gibson, Timur Bekmambetov, John Moore, Patty Jenkins e Cary Fukunaga regista dell’ultimo film della saga di James Bond: “007 no time do die”. Più di 100 film sono stati girati tra i Sassi di Matera. Qui riportiamo un elenco dei film le cui scene sono state girate a Matera. La selezione delle pellicole segue un criterio soggettivo di inclusione ed esclusione.
1953, La lupa di Alberto Lattuada
1962 Gli anni ruggenti di Luigi Zampa
1963 Il demonio di Brunello Rondi
1964 Il vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini
1967 C’era una volta di Francesco Rosi
1973 La città del sole di Gianni Amelio
1974 Anno uno di Roberto Rossellini
1975 Qui comincia l’avventura di Carlo Di Palma
1979 Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi
1985 King David di Bruce Beresford
1990 Il sole anche di notte di Paolo e Vittorio Taviani
1995 L’uomo delle stelle di Giuseppe Tornatore
2004 La passione di Cristo di Mel Gibson
2005 Revelations (puntata 6) di Lesli Linka Glatter
2006 Omen – il presagio di John Morre
2007 Il rabdomante di Fabrizio Cattani
2008 Arrivano i mostri di Vito Cea
2009 Il cavaliere scuro di Antonio Andrisani
2013 Una domenica di notte di Giuseppe Marco Albano
2013 Volevamo fare un film di Geo Coretti
2014 Blue Lips di Antonello Novellino
2015 Let’s get married di Jiang Liu
2016 Ben Hur di Timur Bekmambetov
2017 La promessa dell’alba di Eric Barbier
2017 Wonder Woman di Patty Jenkins
2018 i moschettieri del re di Giovani Veronesi
2018 Maria Maddalena di Garth Davis
2019 Il ladro di giorni di Guido Lombardi
2020 Il nuovo vangelo di Milo Rau
2021 007 No time to die di Cary Fukunaga
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Classe 1996 , laureato presso la facoltà di lettere e filosofia. Il mio interesse per l’arte, declinata nella forma dell’immagine, ha suscitato in me il desiderio di osservarla e amarla attraverso una continua ricerca e analisi delle sue forme e significati. Influenzato dalla magia del rito teatrale ricerco nel cinema quella stessa capacità di trasportare lo sguardo dello spettatore aldilà della rappresentazione.