L’uomo che piantava gli alberi – La recensione del libro di Jean Giono
Edito in Italia da Salani, “L’uomo che piantava gli alberi” è un racconto dello scrittore francese Jean Giono, pubblicato per la prima volta nel 1953. Una lettura consigliata ai bambini dai 9 anni in su che tuttavia racchiude messaggi universali molto spesso dimenticati dai più grandi…

Edito in Italia da Salani, “L’uomo che piantava gli alberi” è un racconto dello scrittore francese Jean Giono, pubblicato per la prima volta nel 1953. Una lettura consigliata ai bambini dai 9 anni in su – ne esistono infatti versioni illustrate ed anche in volume pop up – che tuttavia racchiude messaggi universali molto spesso dimenticati dai più grandi, testimoniando valori che ognuno di noi dovrebbe sperimentare nella propria vita.
“Perché la personalità di un uomo riveli qualità veramente eccezionali, bisogna avere la fortuna di poter osservare la sua azione nel corso di lunghi anni. Se tale azione è priva di ogni egoismo, se l’idea che la dirige è di una generosità senza pari, se con assoluta certezza non ha mai ricercato alcuna ricompensa e per di più ha lasciato sul mondo tracce visibili, ci troviamo allora, senza rischio d’errore, di fronte a una personalità indimenticabile”.
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La trama del libro
Ed è durante una delle sue passeggiate in Provenza, che Jean Giono ha incontrato questa personalità indimenticabile: un pastore solitario e tranquillo, di poche parole, che provava piacere a vivere lentamente, con le pecore e il cane. Nonostante la sua semplicità e la totale solitudine nella quale viveva, quest’uomo stava compiendo una grande azione, un’impresa che avrebbe cambiato la faccia della sua terra e la vita delle generazioni future.
È infatti sulle montagne, in una zona di villaggi abbandonati o caduti in disgrazia, mentre sta cercando un riparo per la notte, che Jean Giono incontra Elzéard Bouffier con il suo cane e il suo gregge: l’uomo gli offre ospitalità nella sua casa. Lo scrittore imparerà a conoscere e apprezzare il segreto del pastore, che lì si è ritirato scegliendo una vita in solitaria dopo la morte del figlio e della moglie, e che pianta alberi lungo quelle montagne desolate e tristi.
Il viaggiatore tornerà ogni anno ad incontrare Elzéard Bouffier, interrotto nelle sue visite solo dalla prima e seconda guerra mondiale. Ben presto gli alberi piantati dal saggio pastore ricopriranno le montagne, facendo resuscitare la natura e gli abitati abbandonati dall’uomo. Elzéard Bouffier continuerà a piantare fin quasi alla sua morte avvenuta nel 1947, ma la sua opera gli sopravvivrà rendendo felici gli uomini e la natura di quelle montagne.
“Quando penso che un uomo solo, ridotto alle proprie semplici risorse fisiche e morali, è bastato a far uscire dal deserto quel paese di Canaan, trovo che, malgrado tutto, la condizione umana sia ammirevole. Ma, se metto in conto quanto c’è voluto di costanza nella grandezza d’animo e d’accanimento nella generosità per ottenere questo risultato, l’anima mi si riempie d’un enorme rispetto per quel vecchio contadino senza cultura che ha saputo portare a buon fine un’opera degna di Dio”.
“L’uomo che piantava gli alberi” è una parabola sul rapporto uomo-natura
“L’uomo che piantava gli alberi” è un racconto breve, la cui lettura può terminare nel volgere di un’ora, ma di straordinaria intensità, tanto che i suoi insegnamenti finiscono per permeare totalmente quest’esperienza, quasi che il lettore ne sia seminato, che un albero possa germogliare al proprio interno, che la vita possa tornare a farci visita. Sorprenderci.
“L’uomo che piantava gli alberi” è una parabola sul rapporto uomo-natura, una storia esemplare che racconta “come gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio in altri campi oltre la distruzione“. Ma è anche un esempio di resilienza e altruismo, una storia bella di fiducia ed impegno da portare avanti in silenzio e solitudine. E cioè che anche noi, anche se ci sentiamo piccoli o soli, giorno dopo giorno, possiamo con dedizione e costanza, realizzare grandi cose. Trovando sollievo al contempo al nostro dolore, grazie alla possibilità di donargli un nuovo significato. Così rispettarlo, imparando a rispettarci.
Nel 1987 il disegnatore e regista francese Frédérick Back ne ha tratto un film d’animazione omonimo
È per tutto ciò e per mille altri insegnamenti ancora, che questo racconto viene considerato un grande classico, tanto che nel 1987 il disegnatore e regista francese Frédérick Back ne ha tratto un film d’animazione omonimo, con la voce in qualità di narratore di Philippe Noiret nell’edizione francese e di Tony Servillo per quella italiana, e vincitore del premio Oscar per il miglior cortometraggio d’animazione nel 1988. Un’esperienza quella, della visione del cortometraggio rintracciabile anche su YouTube, che consiglio di affiancare alla lettura del libro, così da avere un contatto ancora più profondo, vero con quest’opera breve ma indimenticabile.
Chi è Jean Giono
Jean Giono (1895-1970) trascorse tutta la sua vita a Monosque, in Provenza. Autodidatta, di famiglia umile e con difficoltà finanziarie, non completò mai gli studi e lavorò per molti anni come impiegato di banca. Nel 1954 entrò a far parte dell’Académie Goncourt e, nel 1963, del Consiglio Letterario di Monaco. La sua opera comprende una trentina di romanzi, saggi, dialoghi, poesie e commedie teatrali. Tra i suoi libri più noti L’uomo che piantava gli alberi (Salani 1996) e L’ussaro sul tetto (Guanda 1995).
Scheda del libro
Titolo: L’uomo che piantava gli alberi
Autore: Jean Giono
Editore: Salani
Anno edizione: 2021
Pagine: 64 p.
ISBN: 9788831008280
Prezzo: € 6,90
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Classe 1977, consulente di comunicazione. Vivo fra Roma e l’Umbria. Prima e dopo la laurea sono passato per varie reincarnazioni: sarto, guerrilla marketer, responsabile ufficio stampa nel settore del trasporto aereo, ghost writer. Mi occupo dello sviluppo di progetti editoriali e organizzo festival letterari. Leggo libri, da scrittore sospeso ne scrivo recensioni.