Il dipinto del 1943 – Il Murale, punto di svolta della carriera artistica di Jackson Pollock
Il murale è un grande dipinto che Peggy Guggenheim commissionò all’artista americano Jackson Pollock. Realizzata con pittura ad olio (e una pittura a base di acqua biancastra) su lino, si tratta della sua tela più grande: misura 2,43 per 6,04 metri.

Il Murale è un grande dipinto che Peggy Guggenheim commissionò all’artista americano Jackson Pollock. Lo aveva richiesto per il lungo atrio della sua residenza a New York City. La firma e la data riportate, benché si legge l’anno 1943, pare che non vi furono aggiunte fino al 1947. Il completamento dell’opera, comunque, molto probabilmente si rifà all’autunno del 1943. Realizzata con pittura ad olio (e una pittura a base di acqua biancastra) su lino, si tratta della sua tela più grande: misura 2,43 per 6,04 metri. Dal 1951 lo custodisce il Museo d’arte dell’Università dell’Iowa.
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Un importante momento di transizione nella carriera artistica di Pollock
Il confronto di quest’opera con i primi lavori di astrazione surrealista all’action painting sottolinea un importante momento di transizione nella carriera artistica di Pollock. E’ un’opera in gran parte astratta ma suggerisce diverse figure umane che camminano. Forse sono uccelli, oppure lettere e numeri. Tutti sono avviluppati in ampi vortici di bianco e nero. Combina diverse influenze di artisti come Thomas Hart Benton, Albert Pinkham Ryder ed El Greco e artisti murali messicani come David Alfaro Siqueiros.
La maggior parte della vernice è stata applicata con un pennello
Pollock ha impiegato giallo cadmio, blu ceruleo, vermiglio e terra d’ombra, insieme a tocchi di verde ftalocianina e blu mescolati in olio e a una pittura domestica di caseina. E’ evidente che la maggior parte della vernice è stata applicata con un pennello, ma sembra che su alcuni siano stati schizzati.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.