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Storia dell’arte – La Nascita di Venere, capolavoro del Rinascimento Italiano

Opera iconica del Rinascimento italiano, da sempre considerata l’idea perfetta di bellezza femminile nell’arte, La Nascita di Venere è un dipinto a tempera su tela di lino (172,5 cm × 278,5 cm) di Sandro Botticelli. Contrariamente al titolo con cui l’opera è nota, essa non raffigura la nascita della dea, ma il suo approdo sull’isola di Cipro

Opera iconica del Rinascimento italiano, da sempre considerata l’idea perfetta di bellezza femminile nell’arte, La Nascita di Venere è un dipinto a tempera su tela di lino (172,5 cm × 278,5 cm) di Sandro Botticelli. Realizzata per la villa medicea di Castello nel Quattrocento, esattamente nel 1485, l’opera è attualmente conservata nella Galleria degli Uffizi a Firenze.

Descrizione dell’opera

Contrariamente al titolo con cui l’opera è nota, essa non raffigura affatto la nascita della dea. Bensì il suo approdo sull’isola di Cipro, nata dalla spuma del mare e sospinta dai venti Zefiro e, forse, Aura. La dea è in piedi sopra la valva di una conchiglia, pura e perfetta come una perla. L’accoglie una giovane donna, forse una delle Grazie oppure l’Ora della primavera, che le porge un manto cosparso di fiori. Il tema del dipinto, che celebra Venere come simbolo di amore e bellezza, fu forse suggerito dal poeta Agnolo Poliziano.

Il committente del dipinto

E’ molto probabile che il committente dell’opera sia da ricercarsi all’interno della casata dei Medici, sebbene non si abbiano notizie del dipinto prima del 1550, quando Giorgio Vasari lo descrive nella villa medicea di Castello, proprietà del ramo cadetto della famiglia Medici fin dalla metà del XV secolo. Avvalora questa ipotesi anche la raffigurazione degli alberi di aranci, considerati un emblema mediceo.

La genesi dell’opera

Come dicevamo, la fonte del mito fu quasi sicuramente una delle Stanze del Poliziano, a sua volta ispirata a Ovidio, alla Teogonia di Esiodo, al De rerum natura di Lucrezio e a un inno omerico. Per la sua realizzazione Botticelli prende ispirazione da statue di epoca classica per l’atteggiamento pudico della dea, che copre le nudità con i lunghi capelli biondi. Anche la coppia dei Venti che vola abbracciata è una citazione da un’opera antica, una gemma di età ellenistica posseduta da Lorenzo il Magnifico.

La Nascita di Venere e la Primavera

La Nascita di Venere è in genere considerata opera anteriore alla Primavera. Secondo alcuni entrambe le opere risalgono a un periodo vicino, dopo il ritorno del pittore da Roma per affrescare alcune scene nella cappella Sistina (1482) o immediatamente prima del viaggio (1478 per Crowe e Cavalcaselle). Secondo altri la Primavera sarebbe stata dipinta prima e la Nascita di Venere dopo il viaggio.

Il polmone nel mantello

Secondo il medico chirurgo Davide Lazzeri, studioso di medicina nell’arte, il celebre dipinto celerebbe alcuni dettagli anatomici. Tra le pieghe del mantello retto dalla dea Flora, si scorge la presenza di un particolare dettaglio che rappresenterebbe l’immagine di un polmone, il destro per l’esattezza. Si tratta però di una interpretazione “personale e speculativa”, come ammesso dallo stesso Lazzeri, che non trova di fatto alcun riscontro e sostegno da parte di storici dell’arte.

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