Il dipinto del 1910 – Le Tre donne di Umberto Boccioni, tra divisionismo e futurismo
Last Updated on 07/03/2022
Tre donne è un olio su tela dell’artista italiano Umberto Boccioni, eseguito tra il 1909 e il 1910, seguendo lo stile del divisionismo. Ma non disegna, però, elementi che rimandano al futurismo…

Tre donne è un olio su tela dell’artista italiano Umberto Boccioni, eseguito tra il 1909 e il 1910 seguendo lo stile del divisionismo, corrente artistica che si riferisce alla divisione effettiva dei colori creando tratti di pennello separati anziché linee lisce e uniformi.
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Analisi dell’opera
Nel dipinto si trovano tre figure, una delle quali è la madre di Boccioni Cecilia, a sinistra, un’altra è sua sorella Amelia, a destra, e il terzo è Ines, la sua amante, al centro. I volti delle figure nel dipinto sono caratterizzati da toni malinconici. Questo dipinto è classificato come un dipinto di divisionismo, tuttavia al suo interno esiste uno stile futuristico. Il modo in cui la luce entra nella stanza e cade sulle figure è un esempio di come questo dipinto contenga sia divisionismo che futurismo. Una caratteristica del futurismo risiede anche nei tratti variabili e visibili, come si nota negli abiti e nei capelli delle donne, nella luminescenza, nelle pareti sullo sfondo, nel letto, nei volti e nella pelle.
La critica
Anche in quest’opera, come in altre, si evidenzia una tendenza divisionistica, ma più descrittiva alla Segantini (1858 – 1899) che non visionaria o lirica alla Previati (1852-1920). L’intera composizione è permeata da una forte componente emozionale, preludio, questo, agli imminenti “Stati d’animo” del 1911. La cronologia 1909-10 è stata data dallo Stesso Boccioni che l’ha scritta a fianco della firma, sulla destra in basso.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.